Un murale per sensibilizzare sul tema dell’inclusione sociale. È il progetto realizzato oggi in piazza Redentore, nel cuore del quartiere Libertà.
L’iniziativa si chiama “Murales in Libertà” e ha visto due giovani artiste, Ember e Serena Grassi, realizzare un murale con pittura Sikkens e vernice spray.
Il progetto si inserisce all’interno di un percorso di attività laboratoriali e culturali che ha creato una rete di comunità di migranti, associazioni e parrocchie, unite nel tentativo di trasformare il quartiere attraverso il dialogo e la condivisione dei bisogni, creando un comune senso di appartenenza al territorio e con una visione di sviluppo fondata sulle aspirazioni e le necessità di chi lo vive.
L’iniziativa, a cui ha partecipato anche l’assessora comunale alle Politiche educative e giovanili Paola Romano, è sviluppata nell’ambito del progetto “Freedoors”, cofinanziato dal bando comunale Urbis, con lo scopo di contribuire al miglioramento del quartiere Libertà attraverso azioni culturali, artistiche e di social innovation, grazie a un partenariato tra Learning Cities Impresa Sociale, l’associazione Periplo e l’associazione capofila Dioubo.
L’idea del murale nasce proprio dalla collaborazione tra Learning Cities e il laboratorio dell’Università degli Studi di Bari (Orsù Innovation Lab), attraverso il quale un gruppo di laureandi, coadiuvato da esperti del settore, ha “prototipato” il percorso di inclusione sperimentale, denominandolo “Murales in Libertà”.
Nel progetto sono stati coinvolti anche la scuola di italiano per stranieri Penny Wirton, la parrocchia salesiana del Redentore (offrendo anche il muro dell’oratorio per la realizzazione del murale), il distretto produttivo dell’Industria culturale Dialogoi (che ha creato una connessione con le artiste formatesi all’Accademia di Belle Arti di Lecce) e l’azienda AkzoNobel Coatings.
Fotoservizio di Luca Turi.