Salgono a 3.649 i nuovi casi di covid in Puglia, con una incidenza del 32%. Numeri sempre più importanti che tornano a fare pressione soprattutto sui Pronto Soccorso. I medici sono sul piede di guerra e le Asl visibilmente in affanno. L’aver soppresso le Usca, gli interventi domiciliari per chi mostra sintomi gravi, ha contribuito ad ingolfare i Pronto Soccorso.
Fp Cgil: «Diffidiamo la Asl di Taranto a procedere»
A Taranto la Fp Cgil lo dice senza mezzi termini: «Stiamo per esplodere». Sul tavolo c’è soprattutto il nullaosta dell’assessore regionale alla sanità Rocco Palese, all’utilizzo nei Pronto Soccorso di medici degli altri reparti. «Diffidiamo l’Asl di Taranto dall’applicare interventi non condivisi che violano non solo i termini contrattuali ma anche la dignità dei professionisti e il diritto alla salute dei cittadini – affermano Annunziata Marangelli Rsa della Fp Cgil Medici all’interno dell’Asl di Taranto, che insieme a Maria Teresa Coppola, coordinatrice Provinciale della Fp Cgil -. La Asl di Taranto non ha proceduto ancora con nessun ordine di servizio ma è evidente che la situazione rischia di esplodere da un momento all’altro. Esiste una sentenza della Consiglio di Stato che dice che non si possono utilizzare medici che non hanno competenza nella sanità di emergenza-urgenza – dicono le rappresentanti sindacali – e poi esiste anche il buon senso e la responsabilità che si dovrebbe avere quando si tratta della salute delle persone. Mandare un neurologo in PS equivale a mandare un ortopedico in nefrologia. Si fa danno in entrambi i casi. Alla fine la corda logora rischia di spezzarsi e ci sono i pazienti ai quali va garantito il diritto alla salute con prestazioni appropriate ed efficaci».
Le associazioni dei medici: «Non è ammessa la modifica unilaterale di uno dei requisiti essenziali della selezione concorsuale»
Il perché i medici specialisti impiegati nei reparti non vogliano lavorare nei Pronto Soccorso, lo spiegano la Fesmed (Federazione sindacale medici dirigenti) e il Cimo (Coordinamento italiano medici ospedalieri).
«Come è universalmente noto – scrivono in una lettera indirizzata alle Asl di Brindisi, Bari, Taranto, Lecce, Foggia e Bat – i dirigenti medici sono assunti in servizio all’esito di procedure concorsuali che, tra l’altro, identificano preventivamente la disciplina e la correlata unità operativa presso la quale il selezionato è chiamato a svolgere la propria attività professionale. Il possesso della titolarità del diploma specialistico è condizione per l’ammissione alla selezione e la indicazione della unità operativa presso la quale sussiste la vacanza da colmare costituisce oggetto specifico del bando: tanto che il contratto individuale di lavoro lo prevede espressamente. Non è quindi ammessa la modifica unilaterale di uno dei requisiti essenziali della selezione concorsuale, prima, e del contratto di lavoro, poi».