La corsa dei prezzi non si arresta. Anche a Bari, nel mese di giugno, l’inflazione ha superato tutti i record: +8% su base annua e +1,2% su base mensile, la più alta mai registrata dal 1986 ad oggi. Le tensioni inflazionistiche continuano a propagarsi dai beni energetici agli altri settori merceologici, tanto nell’ambito dei beni che in quello dei servizi. Agli effetti ormai consolidati della guerra in Ucraina si aggiungono quelli della siccità che non danno tregua alle campagne baresi. Con il taglio dei raccolti l’inflazione nel carrello della spesa sta registrando aumenti che vanno dal +10,9% per la frutta al +11,8% della verdura.
A guidare la classifica dei rincari c’è la verdura che quest’anno costerà complessivamente alle famiglie baresi 95 milioni di euro in più – come emerge dai dati raccolti dalla Coldiretti Puglia – a seguire invece pane, pasta e riso, con un aggravio di 81 milioni di euro, e carne e salumi, per i quali si stima una spesa superiore di 74 milioni rispetto al 2021. In rialzo anche i prezzi della frutta per cui si prevede un aumento di 44 milioni di euro; 36 milioni in più invece per latte, formaggi e uova, seguiti da olio e burro (27 milioni). Questo significa che una famiglia media, solo per mangiare, dovrà mettere in conto una maggiore spesa pari a circa 681 euro in più all’anno. Una stangata senza precedenti.
Le associazioni dei consumatori stanno chiedendo al Governo di bloccare i prezzi dei carburanti e di tornare a tariffe amministrate dallo Stato per i beni primari, come gli alimentari e l’energia. «L’inflazione all’8% di questo mese è una conferma della situazione, sappiamo già che entro la fine dell’anno arriverà anche al 10%. Purtroppo non c’è molto da aggiungere rispetto alle preoccupazioni degli scorsi mesi – spiega Angela Forcina della Lega Consumatori di Bari – noi stiamo lanciando l’allarme da mesi. La richiesta principale che stiamo facendo è quella di tornare a prezzi amministrati dallo Stato sia per quanto riguarda i costi dell’energia che quelli delle spese alimentari».
Secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori l’inflazione a +8% significa concretamente, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita, pari a 2.667 euro su base annua, 1.057 per abitazione, acqua ed elettricità, 600 per i trasporti, 700 per prodotti alimentari e bevande, 722 per il carrello della spesa. Ma il record spetta alle famiglie numerose con più di tre figli, con una “scoppola” pari a 2.988 euro, 836 solo per il cibo.