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Migranti in attesa su Geo Barents, in 69 “sotto choc e con ustioni”

(Adnkronos) - Prosegue l'attesa a bordo della Geo Barents. Sessantanove naufraghi, sopravvissuti all'ennesimo naufragio nel Mediterraneo centrale e tratti in salvo lunedì scorso dalla nave di Msf, aspettano da giorni sul ponte della nave di poter sbarcare. Insieme a loro anche il cadavere della donna incinta, morta poco dopo il salvataggio. "Quattro donne a bordo hanno…

(Adnkronos) – Prosegue l’attesa a bordo della Geo Barents. Sessantanove naufraghi, sopravvissuti all’ennesimo naufragio nel Mediterraneo centrale e tratti in salvo lunedì scorso dalla nave di Msf, aspettano da giorni sul ponte della nave di poter sbarcare. Insieme a loro anche il cadavere della donna incinta, morta poco dopo il salvataggio. “Quattro donne a bordo hanno perso un figlio e una di loro ne ha persi due”, spiega l’ong. Nella nuova strage di migranti sono almeno 30 i dispersi, tra cui 5 donne e 8 bambini, tre di loro avevano appena un anno. Dal gommone semiaffondato il team della Geo Barents ha tratto in salvo anche un bebè di appena quattro mesi. E’ stato necessario rianimarlo per strapparlo alla morte e consegnarlo alle cure dei medici a terra a Malta, dove è stato evacuato insieme alla mamma.  

“Molti dei sopravvissuti hanno perso parenti e amici, sono sotto choc e traumatizzati – dice Stephanie Hofstetter, responsabile del team medico a bordo -. Le madri che hanno perso i loro figli stanno sedute a piangere senza riuscire a dormire o mangiare e hanno bisogno di supporto psicologico”. Molti dei sopravvissuti presentano ustioni da carburante, che richiedono trattamenti medici specifici. “E’ molto difficile fornire le cure necessarie a bordo, vanno trattati in reparti specializzati”, spiegano da Msf. “Nonostante tutti gli sforzi del nostro team per prestare assistenza ai naufraghi – sottolinea Stephanie -, una nave non è il posto giusto per aiutarli a superare il trauma che hanno vissuto”. “Abbiamo visto tante persone annegare, uomini, donne e bambini, non lo dimenticheremo mai. Non siamo riusciti a salvarli tutti”, dice un 17enne del Camerun. “Tutto ciò di cui hanno bisogno – dice adesso Msf – è un posto sicuro dove ricevere assistenza dopo tali esperienze traumatiche. Hanno urgente bisogno di sbarcare”.   

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