Partono i saldi estivi e si teme che possano essere un flop. In Puglia avranno inizio domani e, stando alle stime di Federmoda, la spesa media a famiglia sarà di 202 euro, 88 a persona. Cifre leggermente superiori a quelle dello scorso anno ma che non bastano ad allontanare i timori legati ai rincari.
I maggiori prezzi delle materie prime hanno fatto schizzare verso l’alto i costi di produzione e, di conseguenza, avanno un impatto anche sui saldi. Ne è convinto il Codacons che, in base ai propri studi, è meno ottimista di Federmoda. L’associazione dei consumatori pone l’accento sull’impatto che il caro bolletta avrà sulla capacità di spesa dei cittadini. Nonostante il 60% si dichiara intenzionato ad approfittare dei saldi estivi, la spesa media a famiglia è in calo a 165 euro. «Le vendite rimarranno al di sotto dei valori pre-Covid e non saranno sufficienti a recuperare il gap con il passato – conferma Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia -. Considerando il generale aumento dei costi e le previsioni di crescita dei listini delle prossime collezioni i saldi estivi potranno rappresentare una vera opportunità. Il settore tessile, abbigliamento, calzature ed accessori, infatti, ha finora resistito all’incremento dei prezzi a fronte dell’importante crescita dei costi fissi aziendali per affitti, energia, carburanti, prodotti e servizi, dando alla clientela la possibilità di acquistare a prezzi veramente convenienti».
Così come per l’industria del turismo l’unica vera nota positiva arriva dal ritorno degli stranieri che, anche per i saldi, daranno un impulso positivo all’economia. «Darà un aiuto non indifferente al commercio – sostengono dal Codacons -. Le percentuali di sconto applicate dai commercianti, inoltre, saranno da subito altissime, così da attirare clienti nei negozi». Secondo Confesercenti l’avvio anticipato dei saldi, che in Sicilia sono iniziati addirittura oggi, non è positivo. «I saldi rappresentano un modello superato – sostiene Francesca Recine per Confesercenti – almeno per come sono strutturati oggi. Il governo, in accordo con le Regioni e le associazioni di categoria, deve provvedere ad una riforma di questo strumento nell’ottica di un legame virtuoso tra commercio e turismo, restituendo ai Saldi il ruolo che avevano in origine: evadere le rimanenze di magazzino a fine stagione, prima del cambio di collezione, continuando ad essere, in questo modo, un’occasione importante per il cliente, ma senza diventare un fattore dirimente nel bilancio di un’azienda».
Resta sempre accesa, inoltre, un’altra polemica: quella nei confronti dei colossi dell’e-commerce. Per Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia, «non è ammissibile una concorrenza sleale dei colossi del web che hanno, peraltro, beneficiato di un’importante rendita di posizione». Da qui l’invito: «Vengano quanto prima attuati gli accordi internazionali sull’entrata in vigore della global minimum tax. Già questo, sarebbe un primo passo verso un mercato più democratico». Per fare acquisti sicuri Federazione Moda Italia e Confcommercio ricordano che la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. Non c’è obbligo di provare i capi, decisione rimessa alla discrezionalità del negoziante, mentre i pagamenti con le carte di credito devono essere accettati. Inoltre, i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo ed è obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.