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Matera, i Cavalieri della Bruna scorteranno il “Carro Trionfale”

È terminato il braccio di ferro. I Cavalieri della Festa della Bruna potranno scortare il Carro trionfale durante i festeggiamenti in onore della Patrona, Maria Santissima della Bruna. A darne notizia è il presidente dell’associazione materana, Antonio Paolicelli che in una nota annuncia con soddisfazione l’esito positivo della vicenda: «Grazie all’intervento del sindaco Bennardi, il…

È terminato il braccio di ferro. I Cavalieri della Festa della Bruna potranno scortare il Carro trionfale durante i festeggiamenti in onore della Patrona, Maria Santissima della Bruna.

A darne notizia è il presidente dell’associazione materana, Antonio Paolicelli che in una nota annuncia con soddisfazione l’esito positivo della vicenda: «Grazie all’intervento del sindaco Bennardi, il quale non si è risparmiato nella difesa dei diritti dei Cavalieri, facendo da intermediario tra questi e le forze dell’ordine, i Cavalieri hanno ottenuto che la loro partecipazione alla festa sia completa ed integrale anche sotto l’aspetto numerico dall’inizio alla fine» ha affermato.

Secondo la storia e la tradizione, la figura dei Cavalieri della Bruna è nata insieme al carro trionfale e alla stessa statua della Madonna della Bruna nel 1500, quando il padrone della contea di Matera, il conte Giovanni Tramontano, volle il carro (che all’epoca era la carrozza più bella e sfarzosa del conte) e i Cavalieri (i suoi armigeri con l’uniforme migliore) nella processione in onore della Madonna. «Da allora – aggiunge – questi tre elementi formano un tutt’uno e rappresentano una parte imprescindibile, fondamentale ed inseparabile della festa secondo lo spirito, l’entusiasmo e la religiosità che ispirò la festa sin dalla sua fase iniziale».

A detta del presidente non garantire la presenza dei Cavalieri durante tutto il corso della festa «avrebbe sminuito l’importanza di un simbolo plurisecolare, indispensabile ed imprescindibile della festa, oltre che stravolto i contenuti e il senso stesso della festa nel suo normale svolgimento. Inoltre avrebbe significato negare la sacralità dei contenuti religiosi dell’intera celebrazione e la devozione profonda che vibra nell’anima di ogni Cavaliere di Maria SS. della Bruna. Senza di loro – conclude – la festa non sarebbe più stata la stessa».

Guido Tortorelli

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