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Bari, falsi contratti a migranti per ottenere la cittadinanza: arrestati un commercialista e 9 imprenditori – VIDEO

Un dottore commercialista e nove imprenditori che operano prevalentemente nel settore edile, mediante la costituzione di rapporti di lavoro fittizi, formalizzati attraverso modelli di assunzione telematica Unilav, avrebbero consentito a numerosi cittadini extracomunitari (in tutto 453, di etnia indiana, cingalese, bengalese, pachistana ed altre) di ottenere illecitamente, nel lasso temporale che va dal 2013 al…
(foto di Luca Turi)

Un dottore commercialista e nove imprenditori che operano prevalentemente nel settore edile, mediante la costituzione di rapporti di lavoro fittizi, formalizzati attraverso modelli di assunzione telematica Unilav, avrebbero consentito a numerosi cittadini extracomunitari (in tutto 453, di etnia indiana, cingalese, bengalese, pachistana ed altre) di ottenere illecitamente, nel lasso temporale che va dal 2013 al 2019, il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi lavorativi.

Questa mattina, i finanzieri della Tenenza di Mola di Bari coordinati dal I Gruppo Bari, hanno eseguito un’ordinanza cautelare personale emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, nonché sequestri patrimoniali nella misura per equivalente.

Sedici gli indagati, 10 dei quali destinatari di misura cautelare personale (2 in carcere e 8 ai domiciliari). Nei loro confronti sono stati sequestrati beni per equivalente, in vista della confisca, per oltre un milione di euro. Le somme pagate dai singoli migranti all’organizzazione criminale oscillavano dai mille ai 6mila euro per ogni singolo rapporto di lavoro fittizio consentendo di accumulare un profitto illecito stimato di 762mila euro. Gli arresti sono stati effettuati a Mola, Bari, Conversano e Fasano.

Alcuni degli intestatari dei falsi contratti lavorativi sono riusciti tra l’altro ad ottenere indebitamente dall’Inps l’erogazione dell’indennità di disoccupazione e di malattia (i cui importi sono stati ricostruiti grazie alla collaborazione dello stesso Ente), nonché, in altri casi, per la percezione di rimborsi Irpef comunque non spettanti, per un danno alle casse dello Stato di oltre 280mila euro. Inoltre, durante l’attività d’indagine sono state acquisite prove sulla sottrazione di beni mobili ed immobili ad una persona non in grado di intendere e di volere per 267mila euro.

Agli indagati viene contestato il concorso a vario titolo di molteplici reati, tra i quali il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato e, per tre di essi, il delitto di circonvenzione di persone incapaci. L’attività investigativa, condotta dalla Tenenza di Mola di Bari sotto l’egida dell’Ufficio del Pubblico Ministero, ha usufruito di tecniche d’intercettazione sofisticate supportate dall’analisi della documentazione amministrativa acquisita nel tempo, consentendo di poter stimare l’illecito profitto conseguito complessivamente conseguito dagli indagati in oltre un milione di euro.

Intervista al comandante della Guardia di finanza di Mola di Bari, Massimo Mallardi, a cura di Mara Chiarelli.

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