La sentenza della Cassazione, che impone al governo di risarcire i migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti nel 2018, ha scatenato l’ennesima polemica tra politica e magistratura con una serie di reazioni, tra cui quella dei penalisti che si schierano per difendere l’indipendenza dei giudici.
«L’autonomia e l’indipendenza della funzione giudiziaria vanno garantite, tutelate e difese», tuona l’Unione delle Camere Penali, che non usa mezzi termini per condannare gli «attacchi» e le «aggressioni verbali» rivolte alla magistratura.
Il segretario dell’Ucpi, Rinaldo Romanelli, rincara la dose: «La funzione del giudice è un cardine del nostro sistema democratico», e il rispetto per l’esercizio della giurisdizione è un valore imprescindibile, al di là delle opinioni sulla correttezza della decisione.
Ma la politica non arretra, e le critiche alla sentenza della Cassazione continuano a piovere. La senatrice di Fratelli d’Italia, Simona Petrucci, definisce «inaccettabile» la decisione, sostenendo che essa rappresenti un «incentivo alle partenze» e un «regalo a chi sfrutta il traffico di esseri umani». Parole dure, che ribadiscono la linea del governo sulla gestione dei flussi migratori.
Mentre il dibattito si infiamma, la realtà non si ferma: gli sbarchi di migranti sulle coste italiane continuano, con centinaia di persone che raggiungono Lampedusa e altre che vengono soccorse in mare.
Lo scontro tra politica e magistratura, intanto, rischia di avvelenare il clima istituzionale. I penalisti lanciano un appello al dialogo e al rispetto reciproco, invitando a una lettura attenta dei provvedimenti giudiziari prima di esprimere giudizi affrettati. «Si può discutere e criticare un provvedimento, ma nel rispetto reciproco», sottolinea Romanelli. «A volte, vista la tempestività degli attacchi, si ha la sensazione che prescindano dal merito e scattino in automatico».