Migliorano leggermente le condizioni di Papa Francesco che, secondo quanto riferito dalla sala stampa del Vaticano, sembra stia iniziando a rispondere alla terapia. «Sono migliorati gli scambi gassosi, gli esami ematochimici ed emocrocitometrici si confermano stabili. I medici, al fine di registrare anche nei prossimi giorni questi iniziali miglioramenti, prudenzialmente mantengono la prognosi ancora riservata». Nonostante questi primi indizi di ripresa lo staff medico del Policlinico “Gemelli” di Roma, nel quale il pontefice è ricoverato dal 14 febbraio, mantiene lo stretto riserbo e esprime cautela sui tempi di ripresa che sarebbero ancora lunghi, a causa dell’età del papa, del suo stato di salute e della sua immobilità. In questi giorni però Francesco ha ripreso a lavorare, seppur per pochissime ore, e a pregare nella cappella dell’ospedale.
Il parere dell’esperto
Tutto sembra andare per il verso giusto, ma quand’è che i medici scioglieranno al prognosi? «Condivido la precauzione dei medici che seguono il papa – risponde Claudio Micheletto, direttore dell’Unità operativa complessa di Pneumologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona e presidente dell’Associazione italiana pneumologi ospedalieri – È giusto mantenerla ancora quando ci sono pazienti che fanno l’ossigeno. Dobbiamo essere cauti. Se questo quadro clinico stabile, in lieve miglioramento, durerà ancora una settimana poi si potrà sciogliere la prognosi». Infine anche oggi l’Angelus del Papa sarà divulgato in forma scritta e non letto dal pontefice. F.p.