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La Bce taglia ancora il costo del denaro: è la sesta volta in otto mesi

La Banca centrale europea taglia il costo del denaro per la sesta volta da giugno scorso, quando ha avviato il ciclo di allentamento, ma ormai la meta si avvicina e i toni cambiano. «La politica monetaria è ora sensibilmente meno restrittiva», ha detto per la prima volta la presidente della Bce Christine Lagarde, segnalando che…
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(AP Photo/Michael Probst - LaPresse)

La Banca centrale europea taglia il costo del denaro per la sesta volta da giugno scorso, quando ha avviato il ciclo di allentamento, ma ormai la meta si avvicina e i toni cambiano. «La politica monetaria è ora sensibilmente meno restrittiva», ha detto per la prima volta la presidente della Bce Christine Lagarde, segnalando che la fase dei tagli potrebbe essere ormai alla fine.

La crescita

Vicini alla meta, ma non ancora arrivati, visto che la Bce sposta il target del 2% di inflazione da fine anno a inizio 2026 e riduce le stime sulla crescita che quest’anno si ferma allo 0,9%. La situazione economica è dominata più che mai dalle incognite. Di certo c’è solo che l’economia dell’area euro «ha probabilmente visto una crescita modesta nel quarto trimestre 2024» e i primi due mesi del 2025 hanno la stessa tendenza, ha spiegato Lagarde, che vede un clima di «elevata incertezza» che trattiene gli investimenti.

La minaccia Usa

Restano le tensioni commerciali legate alla minaccia dei dazi Usa che incombe anche sull’Europa. E visto che già soltanto la minaccia mette un freno agli investimenti, lo staff Bce ha già incorporato in parte l’impatto sul Pil. «Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la riduzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale», scrivono i tecnici di Francoforte. Di fronte a un’economia che arranca, e con l’inflazione che prosegue la discesa come previsto, seppure con un piccolo rialzo dovuto ai prezzi dell’energia, i governatori non hanno avuto dubbi sul nuovo taglio da 25 punti base che ha portato il tasso di riferimento, quello sui depositi, al 2,50%. Una sforbiciata che alleggerisce le rate dei mutui fino a 200 euro l’anno, prendendo ad esempio, su un mutuo da 125 mila euro a 25 anni. Lo scenario potrebbe cambiare, e di molto, col piano difesa Ue.

Sono in ballo centinaia di miliardi di euro, «un boost all’economia europea» secondo Lagarde. Non sono ancora chiari i dettagli, come i tempi degli acquisti per il riarmo o dove verranno fatti, quindi è difficile prevedere il tipo di impatto. «Ma intorno al tavolo è stato chiaro per tutti che in ogni caso daranno un sostegno all’economia dell’Eurozona», ha detto Lagarde. Certo, potrebbero anche spingere di nuovo sull’inflazione, ma è troppo presto per dirlo. È troppo presto anche per capire l’impatto sul debito, anche se i movimenti dei titoli di Stato già indicano la strada: i rendimenti dei bund tedeschi sono balzati di 34 punti base in due sedute, con uno strappo che non si vedeva dai mesi successivi alla caduta del Muro di Berlino. Anche il rendimento del decennale italiano è salito ancora e ha chiuso al 3,95%, dopo aver raggiunto il 4% nel corso della giornata.

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