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Assistenza telefonica? Arriva dal Meridione e offre lavoro a tanti, soprattutto donne

Call center? Un fenomeno in crescita, che a macchia d’olio, interessa diversi settori. Dà lavoro a tanti, specie alle donne. Ha dipendenti soprattutto italiani e molto spesso si lavora lontano dalla sede. Questo significa che la capillarizzazione sul territorio è notevole. I numeri, i dati sono stati presentati nel primo rapporto del Centro studi Ebincall.…
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Call center? Un fenomeno in crescita, che a macchia d’olio, interessa diversi settori. Dà lavoro a tanti, specie alle donne. Ha dipendenti soprattutto italiani e molto spesso si lavora lontano dalla sede. Questo significa che la capillarizzazione sul territorio è notevole. I numeri, i dati sono stati presentati nel primo rapporto del Centro studi Ebincall. Ebbene nel 2023 sono oltre 2.000 le unità locali di BPO-Contact Center che segnano una crescita maggiore rispetto al resto dell’economia nel periodo 2022/2011 (+9,9% vs +5,9%).

I numeri

Il sud fa la parte del leone. Il comparto presenta infatti una forte concentrazione nelle regioni del Mezzogiorno «sia per numero di unità locali (il 49,2% del totale) che di addetti (il 55,7% del totale). La maggior parte degli addetti nei BPO–Contact Center (il 71,8%) ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, e rappresenta una forza lavoro qualificata: il 66,1% dei dipendenti ha un diploma e il 23,4% è in possesso di una laurea o di un titolo postlaurea», si legge nel report. Il primo rapporto in Italia sul mercato dei BPO (Business Process Outsourcer) e dei Contact Center, commissionato da AssoCall-Confcommercio e UGL Terziario, è stato presentato su iniziativa del senatore Filippo Melchiorre, vicepresidente VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato, dal Centro studi EBINCALL.

L’analisi

I numeri parlano chiaro qui non esiste il Gender gap all’interno delle Unità Locali del comparto, infatti, il 68,8% degli addetti è rappresentato da donne. E nel sud d’Italia sono concentrate circa la metà delle unità locali e il 56% degli addetti del settore. Le attività dei BPO-Contact Center presentano una forte concentrazione territoriale, basti pensare che il 72% delle localizzazioni e l’85% degli addetti si trova in sole 20 province. La prima provincia per quota di localizzazioni BPO-Contact Center sul totale di settore è Napoli (329 Unità Locali, il 16,8% del totale), nona per quota di addetti (2.142, il 3,6% del totale di settore). Segue Roma (248 localizzazioni; 12,7%) che però è al primo posto della classifica provinciale per numero di addetti e Milano (182; 9,3%) al secondo posto per numero di addetti.

Anche la distribuzione degli addetti vede una forte concentrazione a livello territoriale. Infatti, il 63 % degli addetti si concentra in Puglia (8.458 addetti, il 14,2% del totale di settore), Lombardia (8.315, il 14 %), Sicilia (7.615, il 12,8 %), Lazio (7.404, il 12,5 %) e Calabria (5.941, il 10%).

Il rapporto, infine, evidenzia che il 52% degli addetti alle unità locali lavora in una regione diversa rispetto a dove si trova la sede legale dell’impresa per cui operano, nettamente superiore al valore medio del totale economia (11,6%). Le regioni meridionali presentano un indice di attrattività superiore. Il Mezzogiorno, infatti, presenta una quota di addetti alle unità locali che lavora per imprese che hanno sede al di fuori della macroripartizione pari al 55,4%. Le regioni più «attrattive» sono la Liguria (con una quota di lavoratori extra-regione pari al 93%), l’Abruzzo (90%), la Sicilia (89%) e la Sardegna (85%).

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