Quella che comincia domani si preannuncia una settimana cruciale per la politica monetaria europea, con gli investitori che attendono con trepidazione le decisioni della Banca centrale europea (Bce) sul taglio dei tassi di interesse.
I dati recenti sull’inflazione, in calo sia in Francia che in Italia, hanno alimentato le aspettative di un intervento da parte dell’Eurotower, spingendo al rialzo i prezzi dei titoli di Stato.
Inflazione in calo, via libera al taglio?
Lunedì, i dati sull’inflazione dell’Eurozona forniranno un quadro più completo, con le previsioni che indicano un ulteriore rallentamento.
Gli economisti si aspettano che l’inflazione complessiva scenda al 2,3% a febbraio, dal 2,5% di gennaio, e che l’inflazione “core” (esclusi energia e alimentari) si attesti al 2,6%, dal 2,7% precedente.
Giovedì la decisione
Giovedì, il consiglio direttivo della Bce si riunirà per decidere sulla politica monetaria. L’attesa è per un taglio dei tassi di un quarto di punto, che porterebbe il tasso di riferimento al 2,5%. Tuttavia, l’attenzione sarà rivolta anche alle nuove stime su crescita e inflazione, nonché alle indicazioni sui futuri interventi.
Lagarde sotto i riflettori
La conferenza stampa della presidente Christine Lagarde sarà quindi seguita con grande attenzione, alla ricerca di segnali sulla tempistica e l’entità dei prossimi tagli. Lagarde tornerà a parlare il giorno successivo in un convegno che vedrà la partecipazione di diversi banchieri centrali.
Incertezze e rischi
Nonostante le attese per il taglio dei tassi, permangono alcune incertezze. Le tensioni geopolitiche, in particolare la guerra in Ucraina e le nuove tariffe commerciali imposte dagli Stati Uniti, potrebbero avere un impatto sull’inflazione e sulla crescita economica.
Inoltre, la possibile accelerazione della spesa per gli armamenti potrebbe alimentare le pressioni inflazionistiche.
Scenario futuro
Secondo le previsioni di Bloomberg, l’economia europea è vista in espansione e l’inflazione in calo, il che potrebbe portare a tassi di interesse al 2% entro giugno. Tuttavia, il percorso verso ulteriori tagli dei tassi rimane incerto e dipenderà dall’evoluzione del quadro economico e geopolitico.