A un mese dell’inizio del processo sulle presunte tangenti nell’Asl Bari, previsto per il 2 aprile, molti degli indagati provano la strada del patteggiamento per evitare il carcere. Per la Procura di Bari, però, le proposte sarebbero troppo basse.
In particolare, gli ex dirigenti dell’Area tecnica dell’Asl, Nicola Sansolini e Nicola Iacobellis, considerati i fulcri del sistema corruttivo, hanno chiesto di patteggiare una pena di 5 anni, il massimo possibile. Anche l’imprenditore Giovanni Crisanti, ritenuto il tramite delle tangenti, ha proposto una pena di tre anni e mezzo. Tuttavia, il procuratore Roberto Rossi e la pm Savina Toscani hanno espresso parere negativo, ritenendo le proposte non adeguate alla gravità dei reati contestati.
Le indagini avevano portato all’arresto di dieci persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta, falso e illecito subappalto. Secondo l’accusa, i dipendenti dell’Asl avrebbero richiesto e ottenuto denaro e favori in cambio di appalti e perizie di variante. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di oltre 400mila euro, una cifra superiore a quella contestata nei capi d’imputazione.
Il quadro probatorio è considerato solido, con imputazioni che prevedono pene intorno ai 10 anni. Per patteggiare, è necessaria la restituzione dei profitti illeciti. Gli avvocati degli imputati stanno quindi cercando di trovare un accordo con la Procura su questo punto. Anche altri imputati, come l’imprenditore Cataldo Perrone e Paola Andriani, hanno chiesto di patteggiare.
In caso di rigetto del patteggiamento, gli imputati avranno comunque la possibilità di chiedere il rito abbreviato, una scelta già fatta da alcuni di loro.