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Dietrofront di Zelensky su Trump dopo lo scontro: «Con Usa rimaniamo partner strategici»

Il «day after» del dibattito infuocato nello Studio Ovale tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky ha visto il secondo ritornare sui suoi passi, in vista del vertice di Londra. «Nonostante il dialogo difficile, rimaniamo partner strategici - ha scritto sui social il presidente ucraino - gli Stati Uniti hanno sempre parlato di una pace da…
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Il «day after» del dibattito infuocato nello Studio Ovale tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky ha visto il secondo ritornare sui suoi passi, in vista del vertice di Londra. «Nonostante il dialogo difficile, rimaniamo partner strategici – ha scritto sui social il presidente ucraino – gli Stati Uniti hanno sempre parlato di una pace da raggiungere con la forza». Per Zelensky è comprensibile che Trump voglia dialogare con il leader russo. È poi tornato sull’accordo sulle terre rare.

«Siamo pronti a firmarlo, sarà un primo passo verso le garanzie di sicurezza, un cessate il fuoco senza sarebbe pericoloso per l’Ucraina – ha sostenuto ancora il presidente ucraino – Stiamo combattendo da tre anni, il popolo ucraino deve sapere che l’America è dalla nostra parte».

Lo scontro alla Casa Bianca

Durante il diverbio nella capitale statunitense Trump aveva accusato Zelensky di stare giocando d’azzardo alla terza guerra mondiale con la vita dei suoi cittadini e di non volere realmente una pace, che a sua volta il leader ucraino persegue ma non senza delle garanzie militari da parte di Stati Uniti e Unione europea. Se per Trump l’accordo sui minerali e quindi il fondo americano in Ucraina è già di per sé una garanzia, per Zelensky è solo un primo passo. Sul futuro dell’accordo sulle risorse minerarie e dei rapporti con gli Stati Uniti, però, tutto tace.

Stando a quanto rivela il New York Times il presidente americano potrebbe decidere di interrompere l’appoggio indiretto all’Ucraina, come l’addestramento di truppe e piloti ucraini, oltre agli aiuti diretti, come la condivisione di informazioni di intelligence. Sull’episodio è tornata la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, che ha parlato di una certa stanchezza degli americani riguardo alla guerra in Ucraina. «Zelensky aveva una reale possibilità di firmare un accordo ottimo per il popolo americano, che poteva recuperare i soldi spesi per la guerra, e ottimo per l’Ucraina, che poteva essere ricostruita – ha affermato – Zelensky si rifiuta di riconoscere la realtà di questa guerra, i suoi connazionali stanno morendo e le persone che hanno finanziato questo sforzo sono stufe e stanche di pagarne il conto».

Nato e Ue: le reazioni

Il «dietrofront» di Zelensky dopo gli attacchi rivolti al presidente americano non è casuale. A poche ore dall’alterco era intervenuto Mark Rutte, segretario generale della Nato, il quale ha chiesto al presidente dell’Ucraina di ricucire i rapporti con Washington. «Caro Volodymyr, credo che tu debba trovare un modo per riparare i tuoi rapporti con Trump – ha sottolineato Rutte – dobbiamo unirci, Usa, Ucraina ed Europa per portare una pace duratura».

Sul fronte dell’Unione europea ai numerosi messaggi di sostegno dei Paesi membri ci sono state alcune dichiarate fuori dal coro, a partire da quella di Viktor Orban, primo ministro dell’Ungheria, che in una lettera inviata al presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha consigliato l’Ue di avviare colloqui diretti con la Russia in vista di un accordo di pace. Dello stesso pensiero anche Robert Fico, premier slovacco. «Trovare la pace attraverso la forza è una strategia irrealistica – ha detto Fico – L’Ucraina non sarà mai abbastanza forte per combattere da sola».

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