Pilar Fogliati ha una dote: tende a illuminare tutto quello che ha attorno. A voler riprendere quella Torino a lei tanto cara, guardarla sullo schermo è un po’ come affacciarsi la mattina presto in Piazza Vittorio Veneto, un bagno di luce bianca. L’attrice, protagonista del nuovo lavoro di Paolo Genovese “FolleMente” che sta registrando numeri da record al botteghino, sarà oggi in Puglia insieme al regista per promuovere il film. Interverranno alle 19.10 al Red Carpet di Monopoli e a Bari, prima al Multicinema Galleria (al termine della proiezione delle 18.40 e prima di quelle delle 20.45 e 21.10) e poi all’UCI Showville 821.30 e alle 21.45).
Partiamo dal grande successo che state ottenendo al botteghino. Si aspettava un risultato del genere?
«Assolutamente no. Abbiamo una chat WhatsApp tra noi del cast, e ci stiamo mandando continuamente gli sticker di fuochi e bombe (ride ndr). Non te lo aspetti mai, anche se c’era la sensazione che il film potesse intercettare qualcosa di importante. Abbiamo fatto una promozione molto forte, siamo stati a Sanremo, magari un pensiero ce lo siamo fatto. Però, credimi, siamo sempre stati molto scaramantici riguardo questa cosa. Nessuno osava dire “secondo me andrà bene”».
Andando in sala a vedere il film, ho notato che avete raggiunto una fascia di pubblico molto ampia. Che ne pensa di questa risposta trasversale?
«Devo dire che è una cosa incredibile. Genovese è veramente geniale in questo, perché riesce a essere terribilmente contemporaneo ma nello stesso tempo abbraccia ogni generazione. Il film parla di umanità, non tanto di uomini e donne, ma di esseri umani. Quindi riesce a toccare tutte le età e i punti di vista».
C’è una voce tra quelle delle colleghe che interpretavano il subconscio della protagonista (Lara) che l’ha fatta ridere di più rivedendo il film?
«Senza dubbio quella di Emanuela Fanelli. Non solo perché siamo amiche, ma anche perché sono una sua grande fan. La sua parte, quella più erotica e passionale, ha un’incredibile potenzialità comica. Poi lei è veramente una fuori classe, mi ha fatto davvero divertire».
Un aneddoto simpatico sul set durante le riprese?
«In realtà, io ed Edoardo Leo siamo un po’ gli “sfigati” senza aneddoti, perché abbiamo girato il film in momenti diversi: prima noi due, poi gli uomini e per finire le donne. Quindi non abbiamo avuto particolari momenti divertenti, eravamo la parte romantica del film. Il nostro aneddoto è stato soprattutto rosicare per gli aneddoti degli altri. (ride ndr)».
L’ha aiutata nel suo ruolo in questo progetto aver lavorato al doppiaggio di “Inside Out”?
«Sicuramente. Essere stata anche dall’altro lato, dando voce a un personaggio come Ansia, mi ha dato una consapevolezza in più. “Inside Out” è stato magnifico, un capolavoro. Quando l’ho rivisto, ho pensato a quanto sarebbe stato bello fare un’operazione del genere con delle personalità adulte. Un po’ casualmente, proprio durante quel periodo mi arrivò la chiamata di Paolo (Genovese ndr) per “FolleMente”».
Nel film interpreta Lara, che rappresenta un po’ lo stereotipo della trentenne di oggi: indecisa e confusa di fronte alla scelta tra carriera, libertà e felicità condivisa. Ti ritrovi in questo personaggio?
«Molto. La confusione di Lara è una confusione tenera, e anche io mi sento così: un po’ confusa, ma sempre positiva. In effetti, credo che tante persone della nostra età vivano questo conflitto, e per noi donne è ancora più complesso per la questione della maternità. Quello che Lara dice nel film, “ho congelato gli ovuli”, è un’affermazione forte, ma molto significativa».
“Solo in aritmetica due è il risultato di uno più uno”, scrive Cortazar in una delle sue poesie. Può essere il film stesso un messaggio sul fatto che l’amore sta nell’imperfezione, nell’asimmetria?
«Sì e alla fine l’amore sta nell’armonizzare le imperfezioni, scatta quando due mondi, seppure imperfetti, si incastrano. Credo sia troppo importante non farsi scappare l’opportunità dell’innamoramento: è un privilegio, una cosa che va difesa. Ma il film è anche un messaggio di tenerezza verso noi stessi, di accettazione dei brutti sentimenti, di quelli che tendiamo a nascondere, ma che in realtà hanno la loro dignità e bellezza».
Il film ruota attorno al primo appuntamento di Piero e Lara. Me lo racconta il suo peggior primo appuntamento?
«Ne ho avuti un po’ (ride ndr). Non sono una gran bevitrice e quando mi portano a qualche degustazione di vino già partiamo malissimo. Chi non beve, purtroppo, si trova a dover sentire un monologo infinito su quanto la vita non sia divertente senza alcol. Mi scoccia un sacco quando mi fanno queste prediche. E poi arriva la frase “allora se non bevi te, non bevo neanch’io”. Insomma, quelli non sono appuntamenti che sono andati alla grande (sorride ndr)».
Oggi, in un mondo in cui i primi appuntamenti tendono ad arrivare sempre più tramite app e social, pensa che si possa ancora dare importanza a un incontro dettato dal caso?
«Forse ancora di più, proprio perché oggi incontrarsi in modo casuale è più raro, più speciale. Non sono una di quelle persone che pensano che i sentimenti siano cambiati insieme ai tempi. Può cambiare la cornice, ma la sostanza rimane la stessa».
Sta già lavorando a qualcosa di nuovo?
«Al momento sono a Torino, dove sto girando “Cuori”. Sarò qui fino a fine maggio, la stagione dovrebbe uscire poi tra ottobre e novembre. Torino è diventata un po’ una seconda casa per me, visto che ci passo sei mesi all’anno da tre anni a questa parte. Sono molto contenta di questo lavoro».
