È oggi il giorno della verità per l’ex Ilva. Ieri i commissari straordinari dell’Acciaieria d’Italia hanno presentato al ministro delle Imprese, Adolfo Urso, una relazione comparativa finale sulle offerte ricevute. Oggi invece si dovrebbe tenere il primo confronto a Palazzo Chigi, che avrà come assente solo la premier. Gli azeri di Baku Steel, supportati dal fondo statale Azerbaijan Investment Company (Aic), restano in vantaggio secondo i pronostici sembrano avvantaggiati, ma dal ministero c’è il massimo riserbo. Dal gruppo, tra componente per l’acquisizione e riconoscimento del magazzino, è arrivata un’offerta attorno al miliardo di euro. Non si esclude comunque che possa esserci anche una parte pubblica, quella di Invitalia, la controllata del Mef , che potrebbe entrare nella nuova società con una quota di mero “presidio” statale (un’ipotesi è attorno al 20%).
Da Roma l’unica cosa che dicono è che la partita è aperta: tre in campo, gli azeri di Baku Steel e il fondo statale Azerbaijan Investment Company, da un lato, e dall’altro lato, gli indiani di Jindal steel international. Pare restare fuori il fondo statunitense Bedrock Industries che ha presentato un’offerta, ma senza poi integrarla, come invece prevedeva la procedura. Il ministro ha definito i rilanci di Baku e Jindal «piuttosto importanti”, sia sul piano finanziario sia su quello dei livelli occupazionali».
Lavoro, confronto venerdì
Altro appuntamento importante è quello di venerdì, quando sempre a Roma dovrebbe esserci il confronto sugli ammortizzatori sociali per i dipendenti. È questo infatti l’ultimo giorno utile per la proroga della cassa integrazione straordinaria. Sul tavolo c’è la difesa dei redditi di 3.420 lavoratori, dei quali 2.955 a Taranto. Su questo punto c’è stata la levata di scudi dei sindacati, Daniela Fumarola, segretario generale Cisl ieri ha dichiarato: «Verificheremo il piano industriale, e sicuramente una cosa dev’essere chiara: nessun posto di lavoro deve essere messo in discussione».
La denuncia in Procura
Ma oltre al futuro dell’Acciaieria c’è quello della città, del suo benessere. E non è un caso che ieri è stata depositata presso il tribunale di Taranto una denuncia da Veraleaks e da un gruppo di cittadini. Tra questi c’è Carla Luccarelli, madre di Giorgio Di Ponzio, 15enne di Taranto morto il 25 gennaio del 2019 per un sarcoma ai tessuti molli, malattia che i genitori mettono in relazione alle emissioni dello stabilimento siderurgico. L’ultimo esposto integra altre denunce presentate negli ultimi due anni. «I fatti – ha sottolineato Luciano Manna di Veraleaks – sono attribuibili agli anni della gestione commissariale di entrambe le società: Ilva e Acciaierie d’Italia. Per questo tipo di gestione degli impianti i cittadini di Taranto e gli stessi operai corrono seri rischi e la loro vita continua ad essere minacciata».
Revisione ogni sette anni
Intanto il decreto del ministro della Salute che stabilisce i criteri metodologici utili per la redazione del rapporto di Valutazione di danno ambientale dovrà essere aggiornato, almeno ogni 7 anni, includendo criteri predittivi in ragione degli sviluppi delle conoscenze scientifiche relative al rischio per la salute associato all’esposizione ad emissioni industriali. Lo prevede l’emendamento del Governo che fa confluire il Dl sul rapporto di valutazione del danno sanitario (Vds) per gli impianti dell’ex Ilva, come approvato in commissione Industria del Senato che ha accolto i sub-emendamenti riformulati di Pd e Avs che hanno abbassato il termine da 10 a 7 anni.