SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Cpr in Albania, la Corte Ue si pronuncerà prima dell’estate: il 10 aprile le conclusioni

La data da cerchiare sul calendario è il 10 aprile, giorno in cui saranno rese le conclusioni dell’Avvocato Generale della Corte dell'Ue, Richard de la Tour, nelle cause riunite legate al protocollo Italia-Albania per i migranti e alla definizione dei Paesi d'origine. Ieri mattina si è svolta l'udienza con le parti in causa e la…
cpr albania

La data da cerchiare sul calendario è il 10 aprile, giorno in cui saranno rese le conclusioni dell’Avvocato Generale della Corte dell’Ue, Richard de la Tour, nelle cause riunite legate al protocollo Italia-Albania per i migranti e alla definizione dei Paesi d’origine. Ieri mattina si è svolta l’udienza con le parti in causa e la sentenza verrà pronunciata in tempi brevi. Al procedimento è stato infatti dato un iter accelerato: il pronunciamento della Corte è atteso prima dell’estate. Il Protocollo Italia-Albania, ratificato nel febbraio 2024, ha istituito in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana, un Centro per il trattenimento e il rimpatrio, ricorda la Corte nella ricostruzione del caso.

I fatti

In questo Centro possono essere trattenuti i richiedenti protezione internazionale a cui può essere applicata una procedura accelerata di frontiera, riservata a persone provenienti da Paesi considerati sicuri. Due cittadini del Bangladesh sono stati condotti in questo centro, dove hanno presentato richiesta di protezione internazionale. La loro domanda è stata però respinta come infondata dalla Commissione territoriale di Roma, poiché il Bangladesh è riconosciuto come Paese sicuro da un decreto interministeriale del maggio 2024.

Il decreto legge

Questo è stato poi sostituito lo scorso ottobre da un decreto legge, tenendo conto della sentenza di questa Corte nella causa C-406/22. I due richiedenti hanno impugnato la decisione di diniego presso il Tribunale di Roma. Per decidere sulle richieste, il giudice ha chiesto alla Corte di Giustizia europea di chiarire se sia compatibile con il diritto dell’Unione la normativa nazionale vigente in materia di designazione dei paesi di origine sicura, sotto distinti profili.

Il report

«I centri in Albania sono illegittimi e sbagliati sul piano etico, giuridico ed economico», si sottolinea nel report “Oltre la frontiera” del Tavolo asilo e immigrazione, presentato ieri a Roma. Il rapporto è stato realizzato da un gruppo di lavoro del Tai che ha preso parte a tre missioni di monitoraggio nelle strutture di trattenimento in Albania, nell’hotspot di Shengjin e nel centro di Gjader, in collaborazione con il gruppo di contatto sull’immigrazione del Parlamento. Visite effettuate in occasione dei trasferimenti, assieme a parlamentari dell’opposizione, durante le quali hanno parlato con gli stessi migranti trattenuti nelle strutture. Tra le criticità denunciate nel rapporto, presentato dal coordinatore del Tavolo Filippo Miraglia, le procedure di rilevazione delle vulnerabilità «portate avanti – si legge nell’indagine – in condizioni del tutto inidonee».

ARGOMENTI

albania
attualità
corte ue
cpr
migranti

CORRELATI

array(3) {
  [0]=>
  int(410824)
  [1]=>
  int(410826)
  [2]=>
  int(410819)
}

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!