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L’impertinente ragazzino di Middletown che dà lezioni di democrazia

La palingenesi dell’era trumpiana si fonda sulle ‘fake-news’. Propalate attraverso i ‘social’ di famiglia, più vengono urlate, più vengono credute e, più vengono temute. Si sono annusati, si sono riconosciuti e alla fine si sono scelti. Parlano tutti la stessa lingua. Giocano al buio, sicuri che nessuno vada a vedere le loro carte. Usano gli atteggiamenti degli ‘smargiassi’, dei ‘bulli’, per nulla preoccupati di invasioni di campo, di offese diplomatiche, di barbarie giuridiche travestite da nobili pandette. Atteggiamenti tanto strabordanti quanto deplorevoli da renderli impensabili per il ruolo istituzionale che questi personaggi rivestono.

Facciamo un esempio, la scioccante ‘performance’ di James David Vance: questo spocchioso ragazzino di Middleltown. Ma sapete dov’è Middletown? Una sperduta cittadina di 49mila abitanti, dello sperduto Ohio. Una sorta di ‘asshole’ del mondo. Ebbene, JD Vance, inizia la sua avventura politica lì, a Middletown, nel movimento ‘Never Trump’, (Mai Trump). Poi, fulminato dal seggio senatoriale diventa lealista e strenuo difensore Donald Trump. Una carriera fulminante come solo nell’era dei social può avvenire: in soli otto anni, da perfetto sconosciuto a Vice Presidente degli Stati Uniti d’America. Ed eccoci alla ‘performance’: a ragione del nuovo incarico, nei giorni scorsi, questo impertinente ragazzino di Middletown, prende la parola a Monaco, nel cuore di quello che fu il Regno di Baviera, un cuscinetto autonomo tra il Regno Francese e l’Impero Asburgico e, con l’insolenza dei villani, inizia ad insultare e prendere in giro Europa ed Europei, accusandoci di non avere rispetto per la libertà e la democrazia; di censurare gli avversari politici e di allontanarci dai valori fondamentali che abbiamo condiviso con l’America.

Conclude con un avvertimento che ha il sapore di una minaccia da bullo di periferia: “sappiate che con Donald Trump c’è un nuovo sceriffo a Washington.” In verità, che fossimo tornati al tempo del ‘Far West’ noi, gente dal fine pensiero, ce ne eravamo ampiamente accorti. Non credevamo che un vice Presidente degli Stati Uniti potesse arrivare ad un così alto livello di offese nei confronti di alleati. Ma vi sembra possibile?

Arriva un ‘bimbominkia’ qualsiasi, cresciuto, gonfiato e pasciuto a botte di ‘like e followers’ e pretende di darci lezioni di libertà e democrazia? Questo novello sceriffo di Washington che solo pochi giorni ha fatto cacciare dalla conferenza stampa presidenziale la ‘Associated Press’ storica (1846) e libera agenzia di stampa, colpevole di essersi rifiutata di chiamare, in ossequio al culto trumpiano, il Golfo del Messico, Golfo d’America.

Questo moccioso che citando a capocchia Giovanni Paolo II ci invita a ‘non aver paura’! A non aver paura di cosa? Di citare Dio a sproposito e di prendere a calci precetti e Vangelo, incatenando, pestando e deportando gli immigrati?

Ma come è possibile avere tanta arroganza. Mr Vance, ma crede davvero di poter venire qui, nel cuore della vecchia Europa, per cincischiare dei vostri strampalati quanto assurdi concetti di democrazia, di fronte a gente che affonda le proprie radici storiche e filosofiche in Platone, in Socrate? Siamo alla follia. Siccome credono agli algoritmi, si sono convinti che esportare guerre significhi esportare democrazia. Folli.

Ma mica è finita. Non contento dell’enorme quantità di ‘cazzate’ sciorinate durante tutto il suo intervento, ha concluso la giornata in compagnia della candidata alla cancelleria del partito neo-nazista dell’estrema destra tedesca. Un ‘endorcement’ che equivale ad una pesante invasione di campo nella sfera politica di un altro paese. Si è oltrepassato e di gran lunga il bon ton e il garbo istituzionale; in molti si sono indignati, pochi hanno reagito. Nessuno in verità, con la forza e la determinazione che la gravità dei fatti avrebbe meritato. Spero che l’Europa risponda unita. Io, fossi stato lì avrei urlato: “Vance Go Home” ma anche qualcosa di più forte, che lascio alla vostra fervida immaginazione.

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