Sono trascorsi tre anni dal 24 febbraio 2022, giorno in cui la Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina. Da allora, sul fronte dell’economia italiana ed europea si sono succedute una grave crisi energetica che ha triplicato i prezzi dell’energia elettrica, la stretta monetaria più pesante della storia dell’euro e la caduta del commercio internazionale.
Secondo i calcoli del Fondo monetario internazionale, tra il 2021 e il 2025 l’economia mondiale ha contabilizzato mezzo punto di minore crescita del Pil all’anno. La frenata è più marcata per l’Unione europea che, a fronte di un previsto tasso di crescita medio annuo del +2,6% realizza un più ridotto tasso del +1,6%.
L’import ed export pugliesi
Il conflitto russo-ucraino ha avuto le sue conseguenze anche sulla Puglia, specialmente sul fronte delle importazioni e delle esportazioni. Se consideriamo la bilancia commerciale pugliese in rapporto alla Russia e all’Ucraina, si nota come negli anni del conflitto questa abbia quasi sempre registrato un risultato negativo. I prodotti economici inclusi nel calcolo della bilancia commerciale sono classificati in beni o servizi e i loro prezzi hanno un’influenza diretta sui valori di import ed export che dipendono dai costi di produzione come materie prime, stoccaggio, trasporto e spese personali.
Una bilancia commerciale negativa indica come il valore delle esportazioni sia stato inferiore a quello delle importazioni producendo un deficit: la Puglia ha speso più di quello che ha guadagnato nei confronti tanto della Russia ma soprattutto dell’Ucraina (specialmente in tema di grano duro).
Il valore economico
Nei primi nove mesi del 2024, la Puglia ha importato beni e servizi dall’Ucraina per oltre 303 milioni di euro, contro i “soli” 136 milioni importati nello stesso periodo dell’anno precedente: una differenza di oltre 166 milioni. Anche le esportazioni sono salite se consideriamo la differenza tra il 2023 e il 2024, con una cifra in euro che è passata da 7 a oltre 10 milioni di euro. Scendendo più nel dettaglio delle importazioni (che sono quelle che incidono maggiormente su una bilancia commerciale negativa per la Puglia), si può notare come dal 2021 al 2023, le importazioni per i prodotti agricoli, della silvicoltura e della pesca siano passate dai 48,9 milioni del 2021 ai 93,9 del 2023. Un deficit notevole non colmato dalle esportazioni e che ha colpito soprattutto il grano, causando un ribasso delle quotazioni per gli agricoltori pugliesi e una crisi del settore, come sottolineato dalle associazioni di categoria degli agricoltori.
Il fronte russo
Al contrario la Puglia ha importato dalla Russia prodotti per 38 milioni contro i 117 dello stesso periodo 2023. Una contrazione di 79 milioni. Le esportazioni pugliesi verso la Russia, sono invece passate dagli oltre 67 milioni del 2021 (pre conflitto) ai 31 milioni del 2023. In leggero miglioramento la situazione se si guarda ai primi nove mesi del 2024: le esportazioni sono passate dai 19 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente ai quasi 30 milioni del 2024. Una timida ripresa da tenere sotto controllo.