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Ddl intercettazioni, alla Camera dei deputati la discussione parte tra le polemiche

Nonostante le polemiche sul caso Delmastro, il governo tira dritto e fa partire la discussione generale sul disegno di legge che riguarda le intercettazioni alla Camera dei deputati, con un diktat inequivocabile: “Il tempo in cui la magistratura condizionava il potere politico è finito, fatevene una ragione. Andremo avanti e porteremo a casa anche il…

Nonostante le polemiche sul caso Delmastro, il governo tira dritto e fa partire la discussione generale sul disegno di legge che riguarda le intercettazioni alla Camera dei deputati, con un diktat inequivocabile: “Il tempo in cui la magistratura condizionava il potere politico è finito, fatevene una ragione.

Andremo avanti e porteremo a casa anche il limite alle captazioni, perché la discrezionalità del pubblico ministero non può diventare arbitrio”, sono le parole della sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, di Forza Italia, chiudendo in aula la discussione sul provvedimento che mette il limite dei 45 giorni alle captazioni.

Le perplessità dei procuratori

Paletti che hanno suscitato la contrarietà di tutti i maggiori procuratori italiani, e che peseranno anche su reati gravissimi, dall’omicidio (non di mafia) ai sequestri di persona, dalla corruzione ai maltrattamenti sui fragili.

La deroga è prevista solo per reati di criminalità organizzata e terrorismo, mentre ad oggi cadono sotto la tagliola anche quelli di femminicidio e di violenze da codice rosso, per i quali il governo ha solo annunciato un successivo specifico decreto.

Lo scontro politico

Nel dibattito, ovviamente, lo scontro si è alzato tra maggioranza e opposizione. Tra gli esponenti del centrodestra a prendere la parola il deputato di Fratelli d’Italia, Giandonato La Salandra, il quale ha sottolineato: “Ricordiamoci che le intercettazioni sono mezzo di ricerca della prova e non strumento di ricerca del reato. Il pm non può fare a meno di qualunque limite e procedere ad libìtum”.

A cui ha replicato, irridendo, la collega del Movimento 5Stelle, Carla Giuliano, affermando che “Ad lìbitum, si dice. Se vogliamo citare il latino almeno facciamolo bene, ma il danno che arrecate è più grave e riguarda lo smantellamento dell’azione di contrasto ai criminali. Ormai vediamo da decenni che i colletti bianchi e l’economia inquinata procedono con aerei, tecnologie sofisticate, messaggi criptati.

Mentre voi volete uno Stato che combatta con sassolini e fionda”. Valentina D’Orso, sempre dei Cinque Stelle, ricorda, invece, come “Fu il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a dire che le intercettazioni sono uno spreco di denaro pubblico, affermazione nettamente smentita dai dati, secondo cui le intercettazioni sono in calo e costano 170 milioni di euro a fronte di sequestri e confische che portano miliardi nelle casse dello Stato”.

“Non vi è alcun intento da parte del governo di depotenziare gli strumenti investigativi o la lotta alla mafia – ricorda ancora Siracusano – queste sono accuse strumentali che respingiamo”

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