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Visioni a confronto al Castello Carlo V di Monopoli: in mostra Guttuso e Picasso

Due artisti uniti da una visione dell’arte come linguaggio universale di lotta, memoria e trasformazione sociale. Renato Guttuso e Pablo Picasso saranno i protagonisti della mostra "Una grande amicizia nel segno dell'arte", in programma dal 5 marzo, con apertura alle 18, al 3 agosto 2025 nel Castello Carlo V di Monopoli. L'esposizione, organizzata dall'Assessorato comunale…
castello di monopoli

Due artisti uniti da una visione dell’arte come linguaggio universale di lotta, memoria e trasformazione sociale. Renato Guttuso e Pablo Picasso saranno i protagonisti della mostra “Una grande amicizia nel segno dell’arte“, in programma dal 5 marzo, con apertura alle 18, al 3 agosto 2025 nel Castello Carlo V di Monopoli.

L’esposizione, organizzata dall’Assessorato comunale alla Cultura, raccoglie un nucleo ragionato di opere di diverse epoche della produzione di entrambi gli artisti, con l’obiettivo di evidenziare i punti cardinali del loro pensiero visivo e della loro storia intellettuale, caratterizzata da relazioni e un respiro internazionale. In mostra anche apparati biografici che guideranno il visitatore attraverso i momenti cruciali dell’avventura artistica e umana dei due artisti.

Un’occasione per immergersi in un percorso espositivo che celebra il legame profondo tra due giganti dell’arte del Novecento.

Il rapporto tra Guttuso e Picasso

Renato Guttuso e Pablo Picasso hanno condiviso un’intensa amicizia e un fecondo rapporto di confronto artistico e intellettuale, segnato da una reciproca ammirazione e da una visione comune dell’arte come strumento di denuncia e impegno sociale.

Pur con linguaggi differenti, entrambi hanno messo la loro pittura al servizio della realtà, raccontandone contraddizioni, lotte e passioni.

Picasso, con il suo impegno nella rappresentazione delle tragedie del suo tempo, come in Guernica, e Guttuso, con un’arte visceralmente legata alla vita popolare e alla denuncia sociale, hanno saputo dar voce alle istanze del loro secolo, alimentando un dialogo che ha attraversato epoche e confini.

«Un’opera d’arte è sempre la somma dei piaceri e dei dolori dell’uomo che l’ha creata. Intendo dire che non è necessario per un pittore essere d’un partito o d’un altro, o fare una guerra, o fare una rivoluzione, ma è necessario che egli agisca, nel dipingere, come agisce chi fa una guerra o una rivoluzione», raccontava Guttuso.

L’incontro con Picasso, avvenuto nel 1947, segnò profondamente Guttuso, che ne assimilò la lezione sulla libertà espressiva e sulla potenza della pittura come strumento di denuncia sociale.

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