«La gente non ce la fa più. Ogni volta che facciamo la spesa, spendiamo 100 euro. Le bollette sono aumentate, la vita costa troppo». È l’urlo degli attivisti di Ultima generazione che ieri hanno scaricato sulla scalinata della sede della Camera dei deputati, in piazza del Parlamento a Roma, frutta e verdura.
Il blitz del collettivo ambientalista davanti all’ingresso secondario di Montecitorio è stato organizzato per protestare contro il carovita.
Il cibo è al centro della protesta ed è l’allarme più urgente secondo i manifestanti che chiedono «la protezione del raccolto».
Pochi minuti dopo che arance, finocchi e cipolle sono stati lanciati sulla scalinata carabinieri e polizia sono intervenuti per fermare i manifestanti. “Giusto prezzo” recita lo striscione tenuto in mano da uno degli attivisti.
Gli ambientalisti, circa sei, hanno anche distribuito sacchetti pieni di cibo scartato «per simulare il soffocamento di un sistema che strangola i produttori, lasciando loro le briciole del proprio lavoro, e affama i consumatori che non arrivano a fine mese».
A margine del blitz hanno spiegato che «le proteste degli agricoltori che stanno scuotendo il Paese dimostrano che il momento di agire è ora. Abbiamo un’opportunità storica per costruire una coalizione che possa cambiare il futuro dell’agricoltura italiana e garantire giustizia sociale e ambientale. Oggi su 100 euro di spesa solo 7 ritornano a al produttore: serve un’alleanza di produttori e consumatori, entrambi vittime dell’inflazione climatica?».
Gli attivisti chiedono un incontro ai parlamentari
Stamattina, poi, Beatrice e Michele – due attivisti di Ultima generazione – consegneranno a una delegazione di politici e parlamentari una lettera, indirizzata a tutti i deputati e senatori, in cui vengono esposte le ragioni e gli obiettivi della nuova campagna “Il giusto prezzo”.
Nella lettera è specificata una richiesta di incontro ai membri della XIII Commissione Agricoltura della Camera e a quelli della IX Commissione del Senato.
Nelle prossime settimane sono già stati programmati incontri con esponenti della politica, della società civile e del mondo dell’agricoltura che non si sente più rappresentato dalle associazioni di categoria.