Cambio di scena sulla strada verso le elezioni amministrative di maggio a Genova. Dal mondo dello sport a quello politico, Silvia Salis, 39 anni, attuale vicepresidente vicario del Coni, è ufficialmente la candidata sindaca del centrosinistra. Una decisione maturata in pochi giorni, dopo mesi di incertezze e trattative all’interno del Partito democratico e della coalizione.
«Inizio subito, quartiere per quartiere: torniamo a mettere al centro esigenze e opportunità inascoltate da troppo tempo», ha dichiarato Salis al momento dell’ufficializzazione della sua candidatura. Tre mesi di tempo per convincere le varie anime del centrosinistra e tentare di riconquistare una città che, da dieci anni, ha scelto il centrodestra.
Nata e cresciuta a Sturla, Salis porta con sé una storia personale profondamente legata allo sport. Figlia del custode dell’impianto di Villa Gentile, scomparso pochi giorni fa, ha scalato i vertici dell’atletica italiana partendo dal lancio del martello.
Nel suo palmarès spiccano titoli nazionali, finali europee e mondiali, oltre a due partecipazioni olimpiche. Dopo la carriera agonistica, il passaggio alla dirigenza: prima con le Fiamme Azzurre, poi al Coni, dove si è distinta per il suo impegno su diritti e parità di genere.
Non è nuova ai contatti con la politica. Ospite in passato della Leopolda di Matteo Renzi, Salis è stata immortalata accanto a esponenti locali del centrodestra, tra cui l’ex governatore Giovanni Toti e Marco Bucci. Proprio quest’ultimo, oggi principale sostenitore del candidato del centrodestra Pietro Piciocchi, l’aveva premiata come «ambasciatrice della città».
Se a destra si punta sul passato per metterla in difficoltà, a sinistra la sua candidatura ha incontrato qualche resistenza più sul metodo che sul merito.
Dopo settimane di impasse, la convergenza sul suo nome ha unito le diverse anime della coalizione, dal Pd al M5s, passando per Avs, Italia Viva e sigle centriste. Il prezzo da pagare è stato l’esclusione di candidati interni al partito, ultimo tra tutti il deputato Alberto Pandolfo. Tuttavia, la priorità è rimasta quella di garantire l’unità della coalizione, con il via libera definitivo arrivato direttamente dal Nazareno.