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Summit di Parigi: 11 paesi partecipanti, malumore tra gli esclusi

La rapidità con cui l'amministrazione Trump si è mossa sul fronte Ucraina ha preso l'Europa alla sprovvista e il primo a correre ai ripari è il presidente francese Emmanuel Macron, che ha convocato all'Eliseo un vertice a 11 per decidere il da farsi, di fronte al serio rischio che il destino di Kiev venga deciso…
Italy's Prime Minister Giorgia Meloni, center, waves as she arrives for an informal meeting of leaders from key European Union nations and the United Kingdom at the Elysee Palace in Paris, Monday, Feb. 17, 2025. (AP Photo/Aurelien Morissard)

La rapidità con cui l’amministrazione Trump si è mossa sul fronte Ucraina ha preso l’Europa alla sprovvista e il primo a correre ai ripari è il presidente francese Emmanuel Macron, che ha convocato all’Eliseo un vertice a 11 per decidere il da farsi, di fronte al serio rischio che il destino di Kiev venga deciso a tavolino da Usa e Russia, senza consultare gli europei se non a cose fatte.

L’Europa tenta una reazione e inizia a riunirsi solo tra i Paesi che hanno un certo peso militare, con l’aggiunta significativa del Regno Unito, che non è più nell’Ue ma è una potenza nucleare (l’unica, oltre alla Francia), anche se il suo arsenale non è paragonabile a quello russo.

All’Eliseo con Macron anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro britannico Keir Starmer (arrivato per primo), la premier Giorgia Meloni (giunta poco prima delle 17), il polacco Donald Tusk, lo spagnolo Pedro Sanchez, l’olandese Dick Schoof e la danese Mette Frederiksen, oltre alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e al segretario generale della Nato Mark Rutte.

La delicatezza del momento è sottolineata anche dal fatto che, per ora, non sono previste ufficialmente comunicazioni alla stampa. Prima dell’inizio della riunione, Macron ha parlato al telefono con Donald Trump per una ventina di minuti, hanno fatto sapere fonti dell’Eliseo.

Su diversi giornali oggi è filtrata l’irritazione di palazzo Chigi per il formato scelto, che esclude Paesi direttamente interessati dalla guerra in Ucraina e confinanti con la Russia o con l’Ucraina, come la Finlandia, i Paesi Baltici, la Romania e altri.

Ma non sono in pochi a pensare che l’Unione, con i suoi tempi di reazione lenti, vista la necessità di trovare consenso a 27, si stia rivelando poco adatta all’epoca attuale, con la storia che, anziché finire, ha ripreso a correre di gran carriera, dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

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