Dovrà attendere il via libera dalla Camera dei deputati, ma considerato che il testo del decreto Milleproroghe giunto dal Senato, dove è stato licenziato a larga maggioranza venerdì scorso, è da considerarsi “blindato”, gli autori di un emendamento che interviene sul sistema elettorale per le Province italiane possono affermare come la loro proposta sia stata “approvata”.
L’accapo, presentato dai parlamentari di Fratelli d’Italia Annamaria Fallucchi e Donato Matera, inserito nel testo finale, modifica una delle principali restrizioni della legge Delrio riguardante l’eleggibilità dei presidenti di Provincia.
In particolare, la norma cancella il vincolo che imponeva come solo i sindaci con almeno 18 mesi di mandato residuo potessero candidarsi alla presidenza della Provincia. In pratica il contrario di quel che hanno fatto i consiglieri regionali pugliesi con la cosiddetta “norma anti-Decaro” con cui si prescrive ai primi cittadini di dimettersi sei mesi prima della scadenza della legislatura in caso di successiva candidatura alla Regione.
Lo scenario
La correzione proposta dai due senatori di maggioranza sarà valida per le elezioni del 2025 e del 2026, ampliando significativamente il numero di sindaci che potranno partecipare alla competizione elettorale e garantendo una maggiore apertura e rappresentatività nelle elezioni provinciali.
«La nostra azione in Senato è un passo fondamentale per garantire elezioni più aperte e rappresentative. L’eliminazione di questo vincolo consente a più sindaci di candidarsi, rafforzando così la democrazia e la partecipazione nelle nostre Province.
Anche se il nostro obiettivo finale rimane il ritorno all’elezione diretta dei presidenti di Provincia», afferma la foggiana Fallucchi, ricordando come il sistema attuale, frutto della riforma voluta dal Governo di Matteo Renzi nel 2014, ha ridotto le 103 Province italiane a enti di secondo livello con gli organi amministrativi eletti soltanto dai consiglieri comunali e dai sindaci dei comuni che fanno parte della provincia. Il beneventano Matera, da parte sua, ha ricordato: «Grazie al nostro emendamento viene eliminato un limite che penalizza le competizioni elettorali».
La situazione locale
In Puglia le prime due province i cui sindaci potranno godere della nuova norma sono quelle di Lecce e Taranto, atteso che i presidenti sono stati eletti nel 2022 e quindi il prossimo anno dovranno essere rinnovati. Mentre per altre due province, Bat e Foggia, i vertici sono stati scelti nel 2023 e quindi scadranno nel 2027.
Più lunga l’attesa per Brindisi dove Toni Mattarelli, attuale presidente della provincia, ha vinto la competizione elettorale appena un anno fa e quindi bisognerà aspettare il 2028 per consentire ai primi cittadini di potersi candidare.
A meno che il Parlamento non intenda realmente provvedere a riformare la legge Delrio, così come più volte annunciato dal centrodestra, riportando gli enti intermedi al suffragio universale.