Un piano industriale e certezze. Un atto concreto che aiuti la transazione delle automotive. Questo chiedono i sindacati. E i politici lucani. «C’è un estremo bisogno di un piano industriale per l’Italia, perchè fino ad oggi ci sono stati solo annunci, a partire da quelli di Stellantis per lo stabilimento di Melfi». Lo ha detto la segretaria generale della Fiom-Cgil Basilicata, Giorgia Calamita, nel corso dell’attivo del sindacato che si è svolto ieri a Potenza.
I volumi produttivi
Nel 2025 l’azienda ha infatti confermato i volumi produttivi del 2024, pari a 165 mila vetture ipotetiche contro la capacita’ produttiva di 400 mila dello stabilimento, con una notevole riduzione delle ore lavorative rispetto al 2024. «Questo sta producendo un aumento massiccio della cassa integrazione, con ripercussioni a cascata sull’indotto, rispetto al quale chiediamo garanzie anche al governo regionale, affinche’ prema sul governo nazionale per ridurre promuovere azioni straordinarie e investimenti perchè la crisi non può pagarla solo i lavoratori. – continua – Neanche l’istituzione dell’area di crisi industriale complessa, come prevedibile, non è servita a scongiurare la perdita di migliaia di posti di lavoro». A tutt’oggi si continua con gli incentivi all’esodo, mentre chi resta è in cassa integrazione.
In aula
Ieri in Consiglio regionale tra i punti all’odg anche la crisi Stellantis. Il capogruppo del Pd, Lacorazza in una nota afferma «c’è il tentativo, anche da noi auspicato e a cui abbiamo lavorato, di arrivare ad approvare una risoluzione unitaria. Man mano che passa il tempo rischia di sciuparsi l’aspirazione di unire le forze del Consiglio anche per dare più forza alla Istituzione regione».
Intanto le questioni restano. E l’odg in Consiglio serve appunto ad essere coesi sulla questione da porre al governo. «Siamo fermi all’incontro del 17 dicembre scorso – ha detto il segretario Fiom Cgil, Samuele Lodi che ha partecipato proprio ieri all’attivo dei delegati Stellantis – è necessario che l’Unione Europea decida per un fondo sovrano di grandi risorse per gli investimenti in tecnologia, formazione e innovazione, mettendo in pratica una sorta di moratoria dei licenziamenti. A dicembre si è presentata la nuova Stellantis, con annunci anche importanti, ma è chiaro che non siamo in presenza di un piano industriale che presumo avremo solo quando ci sarà un nuovo amministratore delegato. Saranno investiti due miliardi di euro, ma non sappiamo come e dove verranno investiti». Preoccupazione anche per l’indotto. Per i sindacati in quel caso la situazione è ancora più difficile.