Dai data engineer ai senior developer in ambiente Android e Java, passando per molte altre competenze legate al settore digitale. A Bari si aprono nuove prospettive occupazionali grazie a Rcs, realtà attiva sul territorio pugliese e protagonista del progetto “Rcs digital innovation” che rappresenta un tassello strategico per la regione, dove l’azienda sta consolidando la propria presenza con un hub digitale all’avanguardia nella zona industriale del capoluogo pugliese. L’investimento, avviato un paio di anni fa, sta, dunque, continuando a dare risultati concreti.
Il capitale
Nello specifico, si tratta di oltre 22 milioni destinati a ricerca e sviluppo, per individuare soluzioni tecnologiche e innovative in grado di rivoluzionare il settore editoriale. Tra i principali ambiti di intervento figurano la progettazione di algoritmi di intelligenza artificiale, soluzioni di data analytics e strumenti di marketing automation. La creazione di posti di lavoro altamente qualificati, del resto, rappresenta un’opportunità per frenare la fuga di cervelli dal Mezzogiorno. Un problema ormai cronico che, tuttavia, va in controtendenza rispetto quelle che sarebbero le reali esigenze. Stando ai report degli Sportelli Lavoro pugliesi, ogni anno, infatti, sono necessarie oltre 2mila risorse con competenze specifiche nel settore delle tecnologie per rispondere alle esigenze di imprese e istituzioni locali.
Le università
Tuttavia, l’offerta formativa regionale, pur ampia, fatica a colmare questo divario. Gli atenei pugliesi laureano mediamente oltre 14mila studenti ogni anno, ma solo una parte di questi sceglie percorsi di studio legati alle discipline che vanno da Scienze a Ingegneria e Matematica. Le percentuali di laureati in aree chiave come Informatica e Nuove tecnologie rimangono limitate. Tra le criticità emergono anche importanti disparità di genere: appena il 17% degli studenti in materie tecnologiche e il 27% in quelle legate all’ingegneria sono donne. Il dato riflette un divario che rappresenta non solo una perdita di opportunità per le giovani pugliesi, ma anche un freno per l’innovazione e la diversità nei team tecnologici. Nonostante queste sfide, la Puglia può contare su eccellenze accademiche, distinguendosi spesso a livello nazionale per la rapidità con cui i suoi laureati raggiungono traguardi ambiziosi. Secondo il consorzio Almalaurea, il tasso occupazionale a un anno dalla laurea magistrale è del 70% circa: un primato italiano che testimonia l’alta qualità della formazione universitaria pugliese, legata, però, prevalentemente a particolari settori. Per questo, investimenti in infrastrutture tecnologiche, come quelli messi in campo da Rcs, sono particolarmente importanti sia per trattenere i talenti sul territorio, sia per consolidare il ruolo di centro tecnologico della Puglia.