Imposta minima per le Aree interne appenniniche e corona alpina sul modello Emirati Arabi per le aziende che vengono ad investire.
Dal 2025 gli Emirati Arabi Uniti (Eau) introducono una Domestici Minimum Top-Up Tal (Dmtt) del 15% alle grandi multinazionali che operano nel Paese.
I gruppi multinazionali devono agire rapidamente per ottimizzare le loro posizioni fiscali e per la valutazione degli impatti del Pilastro Due.
Con la Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il governo degli Emirati Arabi Uniti per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali si concretizza l’accordo bilaterale.
La domanda sorge spontanea… Perché non adottare questo modello per le aree interne appenniniche e quindi vaste aree del Mezzogiorno d’Italia con la corona alpina?
Una rilevante parte del Paese versa in gravissime condizioni di arretratezza strutturale con gravissimi ritardi che si fanno sempre di più incolmabili nonostante il “sogno-incubo” del Pnrr ormai miseramente fallito.
Per oltre 10 milioni di cittadini che vivono nei piccoli Comuni sotto i cinquemila abitanti occorre mettere in campo strategie e misure imponenti di lungo periodo per determinare un cambiamento e uno sviluppo economico in grado di invertire la triste tendenza dell’abbandono della montagna e della collina italiana.
Una defiscalizzazione e detassazione spinta ventennale con strumenti economici in grado di garantire sicurezza, stabilità e coerenza agli investimenti davvero mirati allo sviluppo e alla creazione di posti di lavoro in grado di drenare il declino e la migrazione dei cervelli e dei saperi universitari verso lidi europei.
Un tema enorme che richiede politiche del Governo nazionale e misure dell’Ue di notevole impatto sulla capacità di attrarre investimenti nelle nostre aree interne. Un Governo che guarda all’Italia dei prossimi decenni con investimenti nella scuola, nella formazione, nella sicurezza sociale e sanitaria. Un Governo che dentro una visione europea prova a fare del Mezzogiorno d’Italia il vero hub mediterraneo in grado di offrire servizi avanzati nel campo del turismo, dei beni culturali, delle tipicità dei prodotti agricoli e della zootecnia di qualità. Spagna e Portogallo su questi temi sono molto più avanti di noi e non è un caso se l’economia spagnola è quella che cresce di più in Europa. Le misure del Governo spagnolo a favore della ruralità e delle aree interne stanno danno i primi importanti frutti. Il lavoro sul patrimonio forestale e boschivo, sulla “ruralità intelligente” e sul ritorno alla campagna ha prodotto migliaia di posti di lavoro , drenato il triste fenomeno dello spopolamento e alzato il Pil nazionale. Il Portogallo è oggi il “paradiso fiscale” dei pensionati europei e anche italiani.
Perché non fare delle aree interne, dei nostri piccoli comuni con un patrimonio abitativo notevole e abbandonato un vero “enclave senior” dove offrire opportunità fiscali rilevanti e avere anche la possibilità di “valorizzare” esperienze lavorative e professionalità ancora in grado di dare un contributo.
Sono consapevole del fatto che per realizzare tutto questo serve una classe dirigente all’altezza, statisti che guardando ai prossimi decennio e non alle prossime elezioni e sopratutto una “visione” dell’Italia e del Mondo che va oltre il “particulare” di un Paese con 3000 miliardi di debito pubblico con ogni bambino che nasce (evento sempre più raro) con 51000 euro di debito che gli viene consegnato nella culla.
Svegliati Appennino e svegliati Mezzogiorno d’Italia.
Bentornato,
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