Matteo Salvini prova a smorzare i toni dopo la diffusione delle chat interne a Fratelli d’Italia che lo ritraggono come “confuso”, “poveretto”, “un bambino viziato e disadattato” e quant’altro. “Non sono permaloso se c’è qualcosa che risale al passato è di pessimo gusto, ma non è un problema politico perché eravamo su fronti diversi, ovviamente altro paio di maniche sarebbe stato se le considerazioni fossero fatte oggi che governiamo insieme. Sono certo che quelle battute non rispecchiano il pensiero attuale degli alleati. Giorgia saprà confermarlo”, afferma, senza però chiedere alla premier un intervento pubblico, su quanto riportato nel libro di Giacomo Salvini “Fratelli di chat, storia segreta del partito di Giorgia Meloni”.
La quinta rottamazione
E proprio per ridurre la polemica all’interno della coalizione di centrodestra, il leader della Lega rilancia l’ennesima, la quinta, “rottamazione delle cartelle esattoriali”. Un atto “che aspettano dieci milioni di italiani e su cui il ministro dell’economia, Giorgetti, è d’accordo”, sottolinea Salvini insieme ai responsabili economici della Lega nella sala Salvadori della Camera dei deputati, per compensare i distinguo del viceministro Maurizio Leo che ha puntato, invece, sul “concordato”; “strumento utile – afferma sempre Salvini – ma non risolutivo”.
Per la tranquillità fiscale
Il segretario del Carroccio insiste: “La priorità assoluta per il 2025 è una rottamazione seria e definitiva, vantaggiosa per lo Stato e utile per gli italiani”, ribadisce, prima di spiegare quale saranno i tracciati della proposta presentata al Senato e che adesso dovrà essere assegnata dalla presidenza di Palazzo Madama alla commissione finanze. Secondo quanto depositato dal capogruppo Massimiliano Romeo l’ipotesi è quella di prevedere “la rottamazione di cartelle per imposte, contributi e tasse dichiarati e mai pagati con una dilazione in 120 rate senza interessi e sanzioni e anche senza nessun anticipo per i debiti fino alla fine del 2023”.
