Sono 1.417 i ricorsi decisi, sui 1.587 presentati, dal Tar della Puglia nel 2024. Di questi 394 sono stati decisi nello stesso anno della presentazione. Il Tribunale amministrativo pugliese, inoltre, ha adottato 572 provvedimenti cautelari, 938 sono state le sentenze di merito.
I giudici, in media, hanno prodotto 178 provvedimenti a testa.
È quanto emerge dalla relazione del presidente del Tar della Puglia, Angelo Scafuri, presentata a Bari in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Scafuri, da dieci anni presidente del Tar, andrà oggi in pensione. Il suo posto sarà preso a partire da domani da Leonardo Spagnoletti.
“L’attività giudiziaria amministrativa in Puglia nel 2024 si è dimostrata efficace sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, con risultati che superano la media nazionale in diversi ambiti”, si legge nella relazione.
Quanto alla durata dei processi, quelli celebrati con rito ordinario sono giunti a sentenza tra un anno e un anno e mezzo dal deposito del ricorso, mentre nei casi dei riti speciali la sentenza è stata pubblicata in “pochi mesi“. Nelle “cause urgenti“, invece, relative agli appalti pubblici, le decisioni sono state prese in media entro tre mesi, contro una media nazionale di cinque mesi.
“La giustizia amministrativa pugliese si conferma un modello di riferimento per il rispetto della ragionevole durata del processo, garantendo al contempo decisioni giuste e motivate”, si legge ancora nella relazione.
«I giudici amministrativi controllori delle patologie della PA»
Alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar ha partecipato il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto che, a margine, ha evidenziato come «dopo l’abolizione dell’abuso d’ufficio» i Tribunali amministrativi siano «diventati i controllori delle patologie, anche di quelle gravi, della pubblica amministrazione. Saranno in condizioni di garantire questa capacità d’intervento? Penso di sì – ha affermato -, questa è la nuova scommessa, il giudice amministrativo capace di intervenire con decisione e anche con saggezza. Perché bisogna stare attenti, l’accesso dei controlli porta alla paralisi dell’economia».
Per Sisto «l’equilibrio tra qualità dei controlli e libertà d’iniziativa deve essere garantita. Una pubblica amministrazione più attenta vuole un giudice amministrativo più flessibile e incline a garantire garanzie e diritti dei cittadini», ha aggiunto.
«Giustizia più efficiente. Ripensare ai costi»
Sisto si è soffermato anche sui costi della giustizia amministrativa, evidenziando che quest’ultima deve essere «efficiente, ma anche ricognitiva dei diritti dei cittadini».
Il viceministro ha sottolineato che «il calo dei numeri della giustizia amministrativa è molto preoccupante, è troppo cara? Tende in qualche modo a riconoscere allo Stato un primato che può mortificare le garanzie dei cittadini? È tutto da vedere – ha detto -. I costi della giustizia amministrativa vanno ripensati, il diritto di difesa sancito dalla Costituzione all’articolo 24 tende a scemare e a essere condizionato dalla difficoltà d’accesso alla giustizia amministrativa».