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Buco da 300 mln nella sanità pugliese, Amati: «Accantonate risorse per evitare nuove tasse» – L’INTERVISTA

La sanità pugliese si trova a fare i conti con un deficit significativo, un tema delicato che coinvolge direttamente la gestione del bilancio regionale. La questione sarà affrontata durante una riunione inizialmente prevista per oggi, e successivamente posticipata. La nuova data individuata è quella del 19 febbraio. All’incontro parteciperà anche il presidente Michele Emiliano, insieme…
fabiano amati

La sanità pugliese si trova a fare i conti con un deficit significativo, un tema delicato che coinvolge direttamente la gestione del bilancio regionale. La questione sarà affrontata durante una riunione inizialmente prevista per oggi, e successivamente posticipata. La nuova data individuata è quella del 19 febbraio. All’incontro parteciperà anche il presidente Michele Emiliano, insieme agli assessori e ai dirigenti regionali dei settori coinvolti. «Formalmente non abbiamo ancora ricevuto conferme sull’importo complessivo del deficit sanitario», dice l’assessore regionale al Bilancio, Fabiano Amati, che fa il punto sulla situazione e sulle strategie da mettere in campo per affrontare questa sfida ed evitare di gravare ulteriormente sulle spalle dei cittadini.

Anche se la conferma ufficiale sull’importo complessivo del deficit sanitario pugliese ancora non c’è, come si prepara la Regione ad affrontarlo?

«Quando avremo un dato preciso, la prima cosa da fare sarà ripianare il disavanzo del 2024. Successivamente, lavoreremo sul controllo dei conti per il 2025, così da evitare la necessità di intervenire con manovre fiscali che graverebbero sui cittadini. In sede di assestamento di bilancio avevamo già previsto questa possibilità. Per questo motivo, abbiamo messo da parte delle risorse economiche, sapendo che ci saremmo potuti trovare di fronte a un disavanzo legato alla spesa sanitaria da coprire con il bilancio autonomo. È una scelta di prudenza che si è rivelata necessaria».

Qual è l’obbligo imposto dalla legge in casi come questo?

«La legge ci impone di coprire il deficit sanitario utilizzando il bilancio autonomo regionale. Per questo motivo è fondamentale quantificare in modo preciso la cifra relativa al disavanzo della sanità. È un obbligo normativo che non possiamo eludere, e stiamo lavorando affinché sia rispettato».

Il rischio da scongiurare resta, dunque, quello di introdurre nuove tasse.

«Personalmente, non considero mai l’opzione di proporre alla Giunta o al Consiglio un aumento delle tasse. È una questione prioritaria per me. Per questo motivo, sono particolarmente severo nella gestione della spesa pubblica. Questo approccio, ovviamente, comporta difficoltà e talvolta conflitti, perché tagliare le spese inefficaci o inefficienti non è mai semplice e può attirare critiche. Tuttavia, il mio obiettivo è chiaro: evitare che i cittadini debbano subire il peso di scelte non oculate. L’attenzione ai conti pubblici e la lotta alle inefficienze restano fondamentali».

Ha parlato di spese inefficienti. Può farci qualche esempio?

«Negli ultimi anni, anche nella mia veste di consigliere regionale, ho documentato più volte come in alcuni ambiti si spendesse troppo, senza un reale beneficio per i cittadini. Eliminare queste inefficienze non è soltanto una questione di equità, ma anche di sostenibilità economica: ogni cifra risparmiata da spese superflue o mal gestite è una cifra che possiamo destinare a servizi utili o per evitare manovre fiscali».

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