Chi l’avrebbe mai detto che un gioco di carte nato in Puglia negli anni ’80 sarebbe diventato l’ultima moda tra i salotti milanesi? Eppure, eccoci qui a parlare del burraco come se fosse l’ennesima tendenza hipster importata da Brooklyn.
Il burraco, per chi non lo sapesse (e a questo punto mi chiedo dove siate stati negli ultimi 40 anni), è un gioco di carte che ha conquistato il cuore dei pugliesi molto prima che i milanesi scoprissero l’esistenza del Sud Italia.
In Puglia, il burraco è praticamente una religione: si gioca nei bar, nelle piazze, sotto gli ombrelloni, probabilmente anche durante le pause di lavoro negli uliveti. Insomma, è parte integrante del tessuto sociale pugliese da decenni. Ma ecco che Milano, sempre alla ricerca dell’ultima novità cool, ha deciso che il burraco è la nuova frontiera dell’intrattenimento chic.
Improvvisamente, organizzare serate di burraco è diventato più trendy che andare a un vernissage o a una degustazione di vini naturali.
Il fenomeno ha raggiunto livelli tali che persino l’artista Maurizio Cattelan e il PR Paride Vitale hanno fondato la “Burraco Society”, un club esclusivo dove l’élite milanese si riunisce mensilmente per giocare a carte. Immaginate la scena: stilisti, influencer e capitani d’industria che cercano disperatamente di ricordare la differenza tra un burraco “pulito” e uno “sporco”, mentre sorseggiando champagne d’annata.
Ma non finisce qui. Il burraco ha persino invaso gli spazi sacri della moda milanese. Il Circolo Gucci, tempio dell’alta moda, ha organizzato veri e propri corsi di burraco. Perché, si sa, non si è veramente chic se non si sa giocare a burraco con un look total Gucci.
E mentre a Milano il burraco diventa l’ennesimo status symbol, in Puglia continuano a giocarlo come hanno sempre fatto: senza pretese, senza dress code, senza influencer che postano stories con l’hashtag #burracolife.
La domanda sorge spontanea: perché ciò che nasce in provincia deve passare per Milano per essere considerato di valore? È forse necessario il timbro di approvazione della capitale della moda per rendere cool qualcosa che esiste da decenni?
La verità è che Milano ha il potere di trasformare qualsiasi cosa in trend. Domani potrebbero decidere che masticare fili d’erba è l’ultima moda e vedremmo influencer e socialite brucare nei parchi cittadini come pecore trendy.
Nel frattempo, in Puglia, continuano a giocare a burraco come hanno sempre fatto, probabilmente ridendo sotto i baffi (rigorosamente non curati in modo hipster) di questa improvvisa infatuazione milanese per il loro passatempo preferito.
Forse dovremmo imparare a valorizzare le nostre tradizioni senza aspettare che Milano le scopra e le trasformi in trend. O forse dovremmo semplicemente goderci lo spettacolo di vedere l’alta società milanese che cerca disperatamente di capire come si fa “pozzetto”.
In fondo, se il burraco può unire Nord e Sud, forse c’è ancora speranza per questo paese. Anche se, conoscendo l’Italia, è più probabile che finiremo per litigare su quale sia il modo “giusto” di giocare. Perché si sa, non c’è niente di più italiano che discutere animatamente su un gioco di carte.
E mentre il dibattito infuria, noi continueremo a mescolare le carte, sperando che la prossima mano sia quella buona. Che sia in un bar di provincia o in un salotto di lusso milanese, alla fine, il burraco resta sempre il burraco. Con buona pace di chi lo considera l’ultimo grido della moda o una tradizione intoccabile.
Bentornato,
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