Donald Trump dà il via all’annunciata guerra dei dazi. I primi nemici saranno i vicini degli Stati Uniti e l’avversario cinese ma presto, stando alle minacce del presidente americano, potrebbe scagliarsi anche contro l’Unione europea. Che si dice già pronta a “difendersi”. Dopo gli avvertimenti di Trump di imporre i dazi in risposta ad un trattamento commerciale ingiusto da parte degli alleati d’oltreoceano, un portavoce della Commissione europea ha risposto che «l’Ue resterà fedele ai suoi principi e, se necessario, sarà pronta a difendere i propri interessi legittimi».
La posizione dell’Ue
Il portavoce ha richiamato le posizioni espresse nei giorni scorsi dalla presidente Ursula von der Leyen e dal commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, sottolineando la fermezza dell’Europa di fronte a possibili misure protezionistiche. Certo è che l’iniziativa di Trump, arrivata a meno di due settimane dal suo ritorno alla Casa Bianca, ha segnato una forte escalation nella sua politica commerciale ed è il segno che la più grande economia del mondo vuole tassare i suoi partner commerciali più importanti.
I dati
Secondo il database Trade Data Monitor, infatti, nel 2023 le importazioni di beni statunitensi da Ue, Canada, Messico e Cina sono state di 1,9 trilioni di dollari, circa il 60% del totale. Nonostante l’opposizione degli investitori e il rosso di Wall Street, Trump ha mantenuto la promessa di imporre dal primo febbraio dazi del 25% a Canada e Messico e del 10% alla Cina.
Sui beni che saranno tassati è stato piuttosto vago e. Parlando con i giornalisti nello Studio Ovale, ha stilato un elenco che include acciaio, alluminio, rame, prodotti farmaceutici, medicine, ma anche microchip, gas e petrolio in un secondo momento, a partire dal 18 febbraio. Sta di fatto che le tasse sulle importazioni da quei Paesi avranno un peso sulle tasche degli americani che, secondo uno studio dell’università di Yale, si tradurrà in 1.300 dollari di spese annuali in più per famiglia.
Le convinzioni di Trump
«Gli americani capiranno», è convinto The Donald secondo il quale la sua politica «renderà i cittadini più ricchi». Per il Wall Street Journal si tratta della «guerra commerciale più stupida della storia» che, in ultimi analisi, rallenterà l’economia americana. In un editoriale del giornale economico si critica in particolare l’imposizione di tariffe più alta per i vicini degli Stati Uniti rispetto a quelle contro la Cina.
«I famigerati avversari americani… Messico e Canada saranno colpiti da una tassa del 25%, mentre la Cina, un vero avversario, del 10%. Una mossa che ricorda la vecchia battuta di Bernard Lewis secondo cui è rischioso essere nemico dell’America ma può essere fatale esserne amico», si legge nell’articolo. E mentre il Messico e Pechino tacciono, anche se hanno già preparato il loro pacchetti di dazi in risposta a quelli americani, il Canada ha reagito con irritazione con il candidato premier che ha accusato il presidente di essere un “bullo”.