Kharkiv, Poltava, Sumy, Kiev, Chernihiv, Cherkasy, Kirovohrad, Zhytomyr, Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Odessa e Khmelnytskyi. Queste le regioni in Ucraina prese di mira dalla Russia che ha attaccato con 102 droni la scorsa notte. E sarebbero 59 quelli abbattuti dalle forze di difesa ucraine. Secondo l’aeronautica militare di Kiev si tratta di droni kamikaze Shahed di fabbricazione iraniana. Altri 37, per lo più droni-esca, fatti per confondere la contraerea, sono caduti in zone aperte o non hanno lasciato traccia.
Anche i sistemi di difesa aerea russi, nella notte, hanno intercettato e distrutto 49 droni ucraini lanciati in sette regioni della Federazione Russa. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa di Mosca. In particolare, «25 sul territorio della regione di Rostov, 8 nella regione di Volgograd, 6 nel Kursk, 4 sul territorio della regione di territorio di Yaroslavl e 2 su ciascuno dei territori delle regioni di Belgorod, Voronezh e Krai di Krasnodar».
«A Sumy, un normale edificio residenziale è stato distrutto da un attacco russo. Nove persone sono rimaste uccise, le mie condoglianze a tutte le famiglie. Tredici persone sono rimaste ferite, tra cui un bambino». Così il leader ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram nelle prime ore della notte.
«Questo è già il marchio di fabbrica della Russia: distruggere la vita di molte famiglie, l’intera casa. Ogni attacco russo di questo tipo – afferma Zelensky – deve avere una risposta da parte del mondo: il terrore non deve rimanere impunito. La risposta più efficace consiste nel sostenere il nostro popolo e il nostro Stato, nel mantenere la pressione sulla Russia. La Russia deve essere costretta alla pace. La causa di questa guerra è da ricercare esclusivamente nella Russia.
Intanto i soldati nordcoreani che si sono uniti alle truppe russe in battaglia contro le forze ucraine sono stati ritirati dal fronte dopo aver subito gravi perdite. Lo hanno riferito funzionari ucraini e statunitensi al New York Times. Le fonti hanno precisato che da circa 2 settimane le truppe inviate dalla Corea del Nord non sono state viste in prima linea nei combattimenti. Circa 11 mila soldati nordcoreani erano arrivati in Russia a novembre, ma nel giro di soli tre mesi le forze sono state ridotte almeno della metà.