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Meloni indagata, maggioranza all’attacco: «Ripicca dei magistrati. Vergogna»

Alle 17 e un quarto di ieri è la stessa presidente del Consiglio con un video sulle sue pagine social a comunicare di aver «ricevuto dal Procuratore della Repubblica di Roma Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento…
giorgia meloni
(Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Alle 17 e un quarto di ieri è la stessa presidente del Consiglio con un video sulle sue pagine social a comunicare di aver «ricevuto dal Procuratore della Repubblica di Roma Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Almasri: avviso di garanzia spedito anche ai ministri della giustizia Carlo Nordio e dell’interno Matteo Piantedosi e al sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano, presumo al seguito di una denuncia da parte dell’avvocato Luigi Ligotti ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Tommaso Buscetta e Giovanni Brusca».

Amarcord

Un atto che fa subito ricordare un provvedimento analogo inviato dalla Procura di Milano a Silvio Berlusconi nel lontano 1994, quando presiedeva il suo primo governo. E oggi come allora è subito scontro tra giudici e governo, tra magistratura e politica, ma anche tra maggioranza di centrodestra e opposizioni. La premier, al termine della comunicazione, sottolinea ancora una volta di «non essere ricattabile e di voler andare avanti per cambiare il Paese così come hanno chiesto gli italiani», dopo aver spiegato che il rimpatrio di Almasri è stato «per ragioni di sicurezza», visto che «la Corte di Appello di Roma ha deciso di non procedere all’arresto del libico perché la richiesta della Corte penale internazionale non è stata trasmessa al Ministero della Giustizia». Parole che vengono rimbalzate con un coro da parte di tutto il centrodestra che si schiera a difesa della premier e dei ministri, a partire dal vicepresidente del consiglio e ministro degli esteri, Antonio Tajani, che afferma come l’avviso di garanzia possa essere «una ripicca per la riforma della giustizia». A cui fa eco l’altro vice di Meloni, Matteo Salvini, che invoca «riforma della giustizia subito», dopo aver definito l’atto della Procura «una vergogna».

Le reazioni

Ai leader fanno seguito tutti gli ufficiali e le truppe del centrodestra, compresi i sostenitori della premier che sulle sue pagine social solidarizzano a decine di migliaia sotto il video dell’annuncio. Intanto, le opposizioni marciano divise: Matteo Renzi e Carlo Calenda sono “garantisti”, tanto che il leader di Azione definisce “surreale” l’avviso di garanzia”. Più duro il Pd con la segretaria Elly Schlein che chiede a Meloni «di venire in Aula oggi stesso per chiarire davanti al Paese tutta la vicenda». Richiesta reiterata dal capogruppo del Movimento 5Stelle alla Camera, Riccardo Ricciardi, che si domanda: «se abbia mentito Meloni o Piantedosi in Senato», lo stesso ministro che insieme al guardasigilli avevano già in calendario per oggi un’informativa a Montecitorio. Mentre per Alleanza verdi e sinistra «Meloni prova a intimidire i magistrati», come dichiara il vicepresidente della Camera, Marco Grimaldi. Parole che confermano una nuova guerra tra magistratura e politica.

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