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Il nuovo anno giudiziario a Bari, le barricate contro la riforma

«Noi toghe senza troni spade e borse. Ma cittadini liberi» L’emergenza carceri e la inaccettabile qualità della vita per i detenuti pugliesi, la presenza di una “zona grigia” costituita da partecipi o fiancheggiatori professionali, il flop del processo telematico, l’insostenibile difficoltà di assolvere anche alle convalide per i rimpatri di extracomunitari irregolari, come prevede la…

«Noi toghe senza troni spade e borse. Ma cittadini liberi»

L’emergenza carceri e la inaccettabile qualità della vita per i detenuti pugliesi, la presenza di una “zona grigia” costituita da partecipi o fiancheggiatori professionali, il flop del processo telematico, l’insostenibile difficoltà di assolvere anche alle convalide per i rimpatri di extracomunitari irregolari, come prevede la nuova norma. Poi, i numeri della giustizia civile e penale, passata dalle mani di magistrati e avvocati in un anno. E infine il ‘no’ alla riforma costituzionale che svilisce la magistratura, in particolare quella che compone il Csm, «troni, spade e toghe disarmate».

La relazione

Nell’ultimo discorso di introduzione all’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, nel distretto di Corte d’appello di Bari, il presidente prossimo alla pensione, Franco Cassano affonda chirurgicamente le sue armi, delineando un quadro complesso e importante.
Dopo aver ricordato due colleghi scomparsi nelle ultime settimane, il presidente Giovanni Buquicchio e il procuratore Duccio Rinella, ha iniziato con il bilancio dell’attività svolta.

I numeri

Diminuiscono del 14 per cento le denunce per reati contro la pubblica amministrazione (da 2.664 a 2.291), quelle per omicidi volontari (da 44 a 31) e quelli colposi per violazione delle norme stradali (da 139 a 124). In aumento quelle per i reati contro la libertà individuale, come quelle per stalking (da 1.409 a 1.447), per i furti, le estorsioni, (894, contro le 881 del 2023). Aumentano anche le truffe (+6): la provincia più colpita è quella di Bari (+12%), seguita da Foggia (+5%) e Trani (+1%).

Le carceri

A fronte di una capienza regolamentare di 1.493 persone, ne sono ospitate 2.043, con un tasso di sovraffollamento del 136,83%, che a Foggia raggiunge il 193%. «Il sovraffollamento si riverbera inevitabilmente sulla qualità della vita – ha commentato Cassano – I magistrati di sorveglianza di Bari e Foggia hanno definito 475 ricorsi, accogliendo tre quarti dei reclami, per trattamento non conforme alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo».

I fenomeni criminali

Grazie «all’enorme profitto realizzato con il traffico internazionale di droga i clan mafiosi baresi si sono infiltrati nei circuiti economico-imprenditoriali, soprattutto nel settore agro-alimentare e turistico, nel gaming e del traffico di petroli». Cassano rilancia l’allarme su quella “zona grigia” più volte emersa nelle inchieste dell’antimafia barese. «Con fiancheggiatori professionali hanno costituito una zona grigia che favorisce un incremento del livello di penetrazione delle mafie nell’economia».

La riforma

«Siamo preoccupati dalla prospettata riforma costituzionale – ha ammesso – Quella in discussione in Parlamento non è pensata per migliorare la giustizia, ma solo per indebolire la magistratura». E ancora: «Bisognerebbe evitare che la carriera dei magistrati sia condizionata dalla benevolenza o dalla ostilità della politica, e questo obiettivo non si ottiene rafforzando la componente politica del Csm». E infine, «C’è chi ci ricorda che quello dei magistrati è un potere disarmato, privo della borsa e della spada. Ma vorrei ricordare Madison e Jefferson, padri fondatori degli Stati uniti, che furono i primi a parlare di tirannia della maggioranza e a ricordare che nessuna maggioranza è eterna e che, prima o poi, si torna minoranza. La Costituzione è lì, proprio per tutelare le minoranze. Preservarne la integrità dovrebbe convenire a tutti».

«Clonare i fascicoli? È un reato di falso. Signor ministro, attendiamo i fatti»

«Signor ministro, lei ha dichiarato in un’occasione solenne che alcuni pm “clonerebbero” i fascicoli processuali e le indagini, per sfuggire alla decorrenza dei termini, e produrrebbero indagini “occulte”». Sul tema della riforma della giustizia, sul confronto-scontro con il ministro Nordio, è intervenuto anche il procuratore generale di Bari, Leonardo Leone De Castris.
L’appello

«Io rappresento il vertice della magistratura richiedente in questo distretto: i comportamenti che lei ha rappresentato – ha proseguito – sono un reato. L’abuso d’ufficio non c’è più, ma è quantomeno un falso, perché clonare un fascicolo è un falso. Se ha dei fatti io sono qui, lo raccoglierò, provvederò a indagare disciplinarmente i magistrati, ma è importante che dal suo scranno provenga un’indicazione lineare. Lei ha detto queste cose in Parlamento e non in un salotto. La prego, ci faccia pervenire un segnale in questo senso».

Le “punizioni”

«L’aspetto ancora più preoccupante – ha aggiunto – è l’evidente fastidio per il controllo penale che si è verificato in occasione di due assoluzioni di importanti personaggi politici, dove è entrata nel dibattito l’idea che il pm che inizia un’indagine, chiede il rinvio a giudizio e si vede negata la sentenza di condanna, dovrebbe essere punito in qualche maniera, se non per via risarcitoria quantomeno sulla base della carriera per la valutazione di professionalità». m.chia.

La protesta per la Costituzione: «Controllo politico illimitato»

La costituzione tra le mani, sventolata come vessillo di libertà, che ritorna nelle parole di Piero Calamandrei: “Se volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne, nelle carceri, nei campi, dovunque è morto un italiano per riscattare la nostra libertà, perché è lì che è nata questa nostra Costituzione”. Compatti, un’onda nero-azzurra che scende in campo. Sono i magistrati del distretto barese, raccolti sotto la sigla dell’Anm, ma ancor più accomunati da un “no”, forte, alla riforma costituzionale. E lo hanno dimostrato ieri.

Coccarda e Costituzione

Sul bavero della toga una coccarda tricolore, la Costituzione sollevata in aria in apertura di cerimonia, per poi colpire ancora più a fondo, abbandonando l’Aula Magna quando il vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto si apprestava al suo intervento. Tutti fuori, con loro anche alcuni avvocati, fronte diviso da Nord a Sud. «Oggi il viceministro ci accusa di sottrarci al confronto, mentre in Parlamento si discute un testo di riforma blindato ad ogni emendamento. Chi è che si sottrae realmente al confronto?», attacca la presidente della giunta esecutiva dell’Anm di Bari, Antonella Cafagna, rientrata per il discorso.

Le proposte in campo

L’istituzione dell’Alta corte che avrà potestà disciplinare sulla magistratura, il ddl Zanettin per limitare la durata delle intercettazioni, l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, lo scudo penale per le forze dell’ordine, che vanno «nella stessa direzione di un arretramento del controllo di legalità. Nessuna delle riforme in argomento – ha concluso allora la presidente Antonella Cafagna – servirà ad accorciare di un solo giorno la durata dei processi, né a migliorare la capacità dei giudici di produrre sentenze giuste».
Il segretario generale
«Il ministro Nordio parla di pm superpotenti, che hanno un potere che non ha eguali nell’Ue, ma propone, con la riforma un pm che diventerà ancora più potente e autoreferenziale, con un Csm esclusivamente ritagliato su di lui, che sarà arbitro delle carriere dei pm e dell’esercizio dell’azione penale». A rincarare la dose, il segretario generale dell’Anm, il barese Salvatore Casciaro. «Per ridimensionare la figura del pm lo si renderà autonomo e autoreferenziale – prosegue – bisognerà poi metterlo sotto un controllo esterno che non potrà essere che il controllo politico. Questo ridurrà il rischio di indagini sgradite alla politica, vero obiettivo di questa riforma costituzionale. Si fanno generalizzazioni improprie gettando discredito sulla magistratura – ha aggiunto Casciaro – forse proprio in un’ottica, che sembra già vedersi all’orizzonte, di una campagna referendaria in cui si chiederà impropriamente ai cittadini di esprimere un gradimento sulla magistratura, e non sul merito di un quesito referendario di domani».

I dadi in dono da Area non scompongono Sisto: «Siamo di fronte a una scelta democratica»

Proprio poco prima che la cerimonia iniziasse, quando erano ancora tutti in piedi, è andato in scena il siparietto Zaccaro-Sisto.

La provocazione

Il segretario di Area Dg, Giovanni Zaccaro si è avvicinato al viceministro e gli ha consegnato due dadi: «Visto che vi affidate al sorteggio (ndr, per i componenti laici e togati dei due Csm), le ho comprato un regalo – ha detto – così giochiamo ai dadi della giustizia italiana: niente più studio per gli avvocati e i magistrati, motivazione, giochiamocela così». L’avvocato Francesco Paolo Sisto non si è perso d’animo e gli ha risposto: «Con i dadi è meglio se ci fai il brodo».

Il discorso di Sisto

«Quando ci si allontana non si dialoga, quando si esce si viene meno al confronto. Allontanarsi e non ascoltare crea un difetto di contraddittorio, è prendersela con il Parlamento e quindi con gli italiani». Così il viceministro Sisto ha risposto alla protesta dei magistrati.
«La separazione delle carriere era nel nostro programma di Governo, non è una riforma contro nessuno, la nostra unica preoccupazione sono i cittadini – ha detto – Il pm rimarrà autonomo e indipendente, non si tocca l’obbligatorietà dell’azione penale. Siamo di fronte a una scelta legittima e democratica, assunta secondo i parametri previsti dalla Costituzione. L’articolo 101 della Costituzione – ha aggiunto – dice che i magistrati sono soggetti soltanto alla legge, e non è un principio solo virtuale, siamo di fronte a una protesta contro la legge». m.chia.

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