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Bari, la legge sulle convalide di trattenimento dei migranti affonda le Corti d’appello – VIDEO

Un lungo applauso ha accolto la conclusione del discorso del presidente della Corte di Appello Francesco Cassano. Nella sua relazione, Cassano ha criticato «la scelta legislativa di affidare alle Corti (di appello, ndr) la competenza sulle convalide dei provvedimenti di trattenimento dei migranti adottati dai Questori del distretto, nonché i reclami verso i provvedimenti dei…

Un lungo applauso ha accolto la conclusione del discorso del presidente della Corte di Appello Francesco Cassano. Nella sua relazione, Cassano ha criticato «la scelta legislativa di affidare alle Corti (di appello, ndr) la competenza sulle convalide dei provvedimenti di trattenimento dei migranti adottati dai Questori del distretto, nonché i reclami verso i provvedimenti dei giudici di primo grado relativi alla sospensione dell’esecutività dei dinieghi della protezione internazionale, sottraendoli, senza alcuna ragione esplicitabile, ai Tribunali, ed affidandoli per di più alla cognizione monocratica, in luogo di quella collegiale propria della Corte d’appello».

«Si tratta di una legge – ha detto – che ha sconvolto gli assetti organizzativi della Corte, imponendo a tutti i magistrati del settore civile di partecipare al turno esterno sulle convalide. I numeri sono impressionanti: nei primi 15 giorni di applicazione della legge sono sopraggiunti 54 procedimenti di convalida, ed è facile prevedere che a fine anno conteremo oltre mille procedimenti; presto i turni andranno estesi a tutti i magistrati del penale. In questo momento, la Corte di Bari è la più gravata in Italia, probabilmente per la scelta di dirottare sul locale CPR, la cui ricettività è stata rafforzata, molti migranti proveniente da ogni parte d’Italia».

«I risultati delineati – ha commentato Cassano dopo aver elencato i dati – sono stati conseguiti nell’assenza di qualsiasi informatizzazione del processo penale. Con il decreto 27 dicembre 2024 n. 206, il Ministero ha tentato di avviare il deposito generalizzato con modalità esclusivamente telematica di atti e documenti, a partire dal 1 gennaio 2025, malgrado le numerose criticità di sistema ripetutamente segnalate dal CSM per le quali, difatti, gli uffici giudiziari hanno dovuto ripristinare il deposito analogico degli atti. Con stupefacente disinvoltura, la responsabilità della debacle dal Ministero è stata attribuita ad una pretesa mancata collaborazione istituzionale da parte degli uffici giudiziari. La relazione del Ministro al Parlamento sullo stato della giustizia ha ristabilito almeno in parte la verità delle cose».

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