Dalla riduzione dell’arretrato delle cause civili pendenti al sovraffollamento delle carceri, passando per il timore delle opposizioni per l’aumento dei poteri per i pubblici ministeri. All’indomani dell’apertura dell’anno giudiziario il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ottiene prima l’ok del Senato alla consueta relazione sull’amministrazione della giustizia con 90 voti favorevoli, 72 contrari e un astenuto e poi alla Camera.
Il guardasigilli non ha dubbi, la riforma della giustizia arriverà entro l’estate, nonostante le lungaggini tipiche del passaggio tra Camera e Senato dei disegni di legge costituzionali. «La riforma della giustizia con la separazione delle carriere era un obbligo e un dovere verso i nostri elettori », ha sottolineato il ministro nel suo intervento a Palazzo Madama, puntualizzando come non esista nessuna disposizione che preveda l’assoggettamento del pubblico ministero all’Esecutivo.
I risultati annunciati
Il ministro rilancia i dati positivi sul calo dei processi civili pendenti. «A fronte di un target atteso del -95% da raggiungere entro dicembre 2024, al 31 ottobre dello stesso anno c’è stata una riduzione del 99,1% presso le Corti di Appello e del 91,7% per i tribunali ordinari», ha ribadito il ministro in Aula. Il guardasigilli non nasconde anche le criticità riguardo alla realizzazione del processo telematico, in particolare sulla piattaforma. «La prima fase di realizzazione del processo telematico ha richiesto e richiederà un notevole sforzo finanziario – ha detto il guardasigilli – queste novità tecnologiche hanno creato criticità, ma siamo certi che entro la fine dell’anno saranno superate e rientreremo nei vincoli del Pnrr».
Nordio si è poi soffermato sull’annoso problema del sovraffollamento delle carceri escludendo la possibilità dell’amnistia o dell’indulto come soluzioni tampone, allineandosi a quanto detto da Giorgia Meloni durante la conferenza stampa. «Si può essere generosi quando si è forti, non quando si è costretti dalla necessità delle cose – ha detto il ministro – l’amnistia sarebbe un incentivo alla recidiva». Entrando nel merito del sorteggio dei membri del Csm, previsto dalla Riforma, Nordio ha chiarito come stanno le cose. «Non si tratta di un delitto di lesa maestà, il tema del sorteggio è inserito sistematicamente nei complesso giurisdizionale nella sua più alta esplicazione».
La replica ai Pm
Il ministro, durante la relazione, ha risposto a tono ai dubbi riguardo alla possibilità di avere nell’amministrazione della giustizia un Pm superpoliziotto. «Il Pm lo è già, non solo dirige le indagini ma addirittura le crea attraverso la cosiddetta clonazione del fascicolo ». Parole ritenute inaccettabili dalla presidente di Unicost (Unità per la Costituzione), Rossella Marro. Il ministro darebbe come scontate le pratiche scorrette portate avanti dai magistrati, un dato che per l’associazione non corrisponderebbe al vero.