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Tregua Israele-Hamas, ok all’accordo: Netanyahu convoca il Governo. G7: «Sviluppo significativo»

L’annuncio è arrivato nella notte. Sembra raggiunta la strada che metterebbe in pausa i combattimenti nella Striscia di Gaza e vedrebbe il rilascio di decine di ostaggi israeliani detenuti dai militanti di Hamas in cambio di prigionieri palestinesi detenuti da Israele. I rappresentanti di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno firmato ufficialmente l'accordo di tregua a Doha. Il primo…
Foto di La Presse

L’annuncio è arrivato nella notte. Sembra raggiunta la strada che metterebbe in pausa i combattimenti nella Striscia di Gaza e vedrebbe il rilascio di decine di ostaggi israeliani detenuti dai militanti di Hamas in cambio di prigionieri palestinesi detenuti da Israele. I rappresentanti di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno firmato ufficialmente l’accordo di tregua a Doha.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato per oggi il suo Gabinetto di sicurezza cui seguirà una riunione del governo sull’accordo raggiunto per la liberazione degli ostaggi. Dopo aver superato gli ultimi ostacoli, la questione degli ostaggi per Hamas è stata risolta. L’intesa consentirebbe anche a centinaia di migliaia di sfollati di tornare nelle loro case.

Le tre fasi della tregua e il rilascio dei primi ostaggi

Da domenica 19 gennaio inizia la tregua. Tre le fasi per la fine degli scontri. Nei primi 42 giorni inizierà lo scambio degli ostaggi. Nella seconda fase in altri 42 giorni saranno liberati tutti e le truppe israeliane dovranno ritirarsi da Gaza. Nella terza fase la riconsegna degli ostaggi deceduti e la ricostruzione di Gaza.

Secondo media israeliani il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich avrebbe incontrato il primo ministro Netanyahu con cui si sarebbe accordato affinché dopo la fine della prima fase le forze di difesa israeliane riprendano i combattimenti contro Hamas a Gaza e abbiano il controllo degli aiuti umanitari trasferiti nella Striscia. Smotrich e il suo partito Sionismo Religioso, secondo Times of Israel, voteranno contro l’accordo ma rimarranno nel governo grazie a questo accordo.

Nonostante i ritardi nella firma dell’accordo e nella sua approvazione da parte del governo, si prevede che i primi ostaggi saranno rilasciati da Gaza domenica, come previsto. Ad affermarlo è proprio l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. «Una volta che l’accordo di cessate il fuoco sarà stato approvato – continua l’ufficio – sia dal gabinetto di sicurezza che dall’intero gabinetto, e sarà entrato in vigore, il rilascio degli ostaggi potrà essere effettuato secondo lo schema pianificato».

Sono 33 gli ostaggi che saranno rilasciati da Hamas durante la prima fase della tregua. Al momento è stata rilasciata una lista con i nomi degli israeliani che saranno liberati. Ci sono le donne rapite dai kibbutz e al festival di Nova con i propri figli. Nella lista due prigionieri a Gaza già da dieci anni, cinque soldatesse, 10 uomini di età compresa tra i 50 e gli 85 anni e altri nove ostaggi, tra feriti e malati.

L’Italia sostiene con forza l’accordo e invia 50 tonnellate di aiuti umanitari a Gaza

Intanto dall’Italia è partita una nave diretta a Cipro con a bordo oltre 50 tonnellate di beni di prima necessità raccolti dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. Dopo l’arrivo al porto di Limassol il materiale verrà successivamente trasferito a Gaza.

«Sosteniamo con forza l’accordo che ha portato al cessate il fuoco. Lunedì sarò a Gerusalemme, Tel Aviv e Ramallah per parlare con le autorità israeliane e palestinesi per incoraggiare un percorso che inizia con il cessate il fuoco. Dobbiamo arrivare alla pace». Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Skytg24. «Stiamo facendo di tutto sin dall’inizio con il nostro progetto ‘Food for Gaza’, sostenuto da Israele e Palestina. L’Italia è ben vista da tutte le forze in campo», ha detto.

G7: «La firma dell’accordo per la tregua è uno sviluppo significativo»

«Uno sviluppo significativo» per i leader del G7 che esortano Israele, Hamas e tutte le parti coinvolte, a «impegnarsi in modo costruttivo nelle prossime fasi dei colloqui per contribuire a garantire la sua piena attuazione e la fine permanente delle ostilità».

In aggiornamento.

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