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Omicidio a Santo Spirito, il killer racconta alla gip il delitto di Francesco Dogna

Ha parlato, ancora, dopo averlo già fatto durante il primo, lungo interrogatorio davanti agli investigatori e ai pm. Antonio Rizzi, il 42enne di Bitritto, accusato dell’omicidio di Francesco Dogna, ha scelto di rendere le sue dichiarazioni dinanzi alla gup Antonella Cafagna. L’udienza Ieri mattina Rizzi è comparso dinanzi alla giudice del tribunale di Bari, nell’ambito…
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Ha parlato, ancora, dopo averlo già fatto durante il primo, lungo interrogatorio davanti agli investigatori e ai pm. Antonio Rizzi, il 42enne di Bitritto, accusato dell’omicidio di Francesco Dogna, ha scelto di rendere le sue dichiarazioni dinanzi alla gup Antonella Cafagna.

L’udienza

Ieri mattina Rizzi è comparso dinanzi alla giudice del tribunale di Bari, nell’ambito dell’udienza di convalida del fermo, operato lunedì sera dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Bari, al termine di indagini coordinate dalla pm Carla Spagnuolo. E anche ieri, così come fatto lunedì in caserma, ha confessato di aver ucciso il 63enne informatico al termine di una violenta lite.

L’autopsia

L’esame autoptico eseguito la scorsa settimana dal medico legale del Policlinico di Bari, aveva accertato ben 85 coltellate sul corpo della vittima, trovata sul pavimento del salone in una pozza di sangue. Sangue che l’assassino ha lasciato sgocciolare lungo il percorso, dall’abitazione di via Torino a Santo Spirito, fino alle ville vicine, dove avrebbe fatto sparire l’arma.

Il movente

Secondo quanto riportato nel decreto di fermo, Rizzi avrebbe agito al termine di una discussione per questioni economiche, e cioè per denaro che avrebbe chiesto a Dogna senza ottenerlo. Ma le frequentazioni tra i due erano datata, iniziate tempo fa quando il 63enne avrebbe avuto l’aiuto di Rizzi, vicino a un clan di Japigia, per ottenere la restituzione di una quota di 10mila euro, parte di un investimento per la gestione di un b&b a Santa Fara, dalla quale Dogna si era svincolato.

Ma non solo: secondo alcuni testimoni che lo avevano incontrato, Rizzi era solito frequentare l’abitazione di Santo Spirito. E ancora: in occasione del battesimo di un parente di Rizzi, Dogna avrebbe declinato il suo invito ai festeggiamenti, perché contiguo ad ambienti malavitosi. Avrebbe però acquistato un regalo per il piccolo.

Le testimonianze

Ad incastrare Rizzi, tre elementi: innanzitutto le testimonianze di amici e parenti, che lo avevano anche visto allontanarsi con atteggiamento sospetto e sentito i suoi tentativi di aprire il cancello, dopo aver ucciso Dogna. Poi, le telecamere di sorveglianza, collegate anche al citofono, che avevano registrato i movimenti del 42enne, mentre si allontanava dall’appartamento.

E infine il monitoraggio del Gps che ha svelato come si muovesse assieme al cellulare della vittima. Telefono localizzato in contrada Cassino, ad Adelfia, mentre Rizzi attraversava il Comune per tornare a casa, a Bitritto, dove si sarebbe cambiato, facendo sparire abiti, cellulari e portafogli del suo ex amico.

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