Mala tempora currunt sed peiora parantur. Certo, perché ad ascoltare Donald Trump ed Elon Musk, non possiamo, sicuramente, stare tranquilli. Mettiamo in ordine le cose che sono state dette in questa settimana; premesso che se fossero state dette da chiunque, le si potevano annoverare nella classifica delle ‘supercazzole’ ma, siccome a pronunciarle sono stati il futuro presidente degli Stati Uniti d’America e l’uomo più ricco del mondo che, nell’amministrazione Trump ha un ruolo privilegiato, allora dobbiamo preoccuparci e non poco.
Da una parte c’è Trump che dice ai Paesi che fanno parte della Nato che, da ora in avanti, dovranno investire il 5% del loro Pil nella difesa e dovranno aumentare il loro conferimento all’interno della stessa Nato; il Golfo del Messico dovrà cambiare nome per diventare Golfo d’America; Panama e la Groenlandia o aderiscono spontaneamente a diventare nuovi Stati d’America o verranno annessi con la forza.
Dall’altra parte c’è Elon Musk che non perde occasione per sponsorizzare il peggio della estrema destra europea; lo fa con il gruppo dell’ultradestra tedesca dell’AfD; con la destra razzista e xenofoba dell’Austria; attacca violentemente il premier Britannico Starmer, arrivando a chiedere che l’America invada la Gran Bretagna per liberarla da questo governo tirannico e, peggio, sceglie come suo referente in Gran Bretagna, tale Tommy Robison, violento fascista attualmente in carcere.
Dulcis in fundo, fa ‘pappa e ciccia’ con Orban in Ungheria e strizza l’occhio alla Le Pen in Francia. Se queste sono le premesse, non penso che dopo il 20 Gennaio, data dell’insediamento del nuovo Presidente americano ci sia da stare allegri. Anche perché, in tutto questo, non abbiamo fatto cenno alla politica economica che sta nella testa dell’inventore di ‘America First’, secondo il quale, se vuoi esportare prodotti in America devi pagare e pagare salato: ecco la nuova politica dei dazi del tycoon americano. In tutto questo, ci tocca assistere al vuoto politico di una Europa, incapace di una propria politica estera, avvolta in un sonno della ragione che le ha impedito e le impedisce di vedere quanto disgregante sia stato fino ad oggi, assecondare le scellerate scelte di politica estera degli Stati Uniti. Una politica che aveva il preciso scopo, di annientare l’unico competitor industriale dell’America e cioè: l’Europa. La Germania, terza potenza economica mondiale in ginocchio, così come la Gran Bretagna e la Francia. E l’Italia? A parte i 3000 miliardi di debito, ci siamo venduti quasi tutto: siamo stati capaci di vendere financo settori strategici (pensate alle telecomunicazioni) e, caso più unico che raro, non abbiamo più neppure una compagnia di bandiera nazionale.
Nella sostanza, ha ragione Putin, quando dice che siamo stati capaci di un masochismo consapevole. Come dargli torto. Le sanzioni contro la Russia hanno premiato – i dati economici lo confermano – la Russia e i paesi che aderiscono al Brics e hanno danneggiato i paesi europei. Ma che ci frega: dobbiamo brindare perché, abbiamo riportato a casa Cecilia Sala e non possiamo che esserne contenti tutti. Peccato che un governo di destra non sia stato capace di farlo prima e autonomamente, per paura di contravvenire al divieto di estradizione del prigioniero iraniano Mohammad Abedini, imposto dagli Stati Uniti d’America. Ma ci siamo riusciti. Non importa che notte tempo il nostro Capo del Governo sia volato in America ed abbia consegnato a Trump o alla sua ‘intelligence’ i telefoni dell’ingegnere iraniano detenuto in Italia.
Così, con buona pace di tutti, Cecilia è tornata a casa; fra non molto, vedrete che anche Abedini tornerà in Iran e gli americani avranno trovato, ancora una volta, materiale importante per esportare nuova democrazia. Mamma mia, ‘sic transit gloria mundi!’.
Bentornato,
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