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Energia, aumenti per imprese e famiglie: fino a 216 euro i rincari annui della spesa in bolletta

Quest’anno gli effetti dell’aumento delle bollette potrebbero farsi sentire pesantemente sui bilanci sia delle imprese che delle famiglie. L’energia potrebbe costare all’intero sistema imprenditoriale italiano ben 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024, pari a un aumento del 19,2%. Le offerte per le forniture di gas sul mercato libero stanno subendo assestamenti al rialzo, al…

Quest’anno gli effetti dell’aumento delle bollette potrebbero farsi sentire pesantemente sui bilanci sia delle imprese che delle famiglie. L’energia potrebbe costare all’intero sistema imprenditoriale italiano ben 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024, pari a un aumento del 19,2%. Le offerte per le forniture di gas sul mercato libero stanno subendo assestamenti al rialzo, al punto che rispetto alle proposte commerciali in vigore a maggio del 2024, la spesa in bolletta risulta oggi più elevata in media di 216 euro annui a famiglia.

«Se poi si confrontano le tariffe odierne con quelle proposte al pubblico nel mese di maggio 2024, si scopre che il rincaro delle bollette è ben più pesante: la migliore offerta a prezzo variabile sul mercato libero si attestava infatti a una media di 1.508 euro nelle città italiane, ben 216 euro in meno rispetto alla spesa media attuale. Differenza che sale in quelle zone d’Italia dove le temperature sono più basse e i consumi di gas delle famiglie risultano più elevati».

Stime e analisi

Le stime arrivano dall’Ufficio studi della Cgia, basandosi su un’ipotesi del prezzo medio dell’energia elettrica nel 2025 di 150 euro per MWh e del gas a 50 euro per MWh, mantenendo così una proporzione di tre a uno tra le due tariffe, come si è verificato nei due anni precedenti. Mentre Assium l’associazione degli utility manager, ha monitorato l’andamento delle offerte commerciali sull’apposito portale messo a disposizione da Arera e Acquirente Unico.

«Scegliendo la migliore offerta disponibile in data 8 gennaio 2025 sul mercato, la bolletta annua del gas nelle principali città italiane si attesta a una media di circa 1.724 euro, con una forbice che va dai 1.643 euro di Milano ai 1.860 euro di Roma. – analizza Assium – Solo pochi giorni fa, a fine dicembre 2024, la spesa media per il gas con la migliore offerta sul mercato libero era pari in Italia a 1.707 euro annui, oltre 17 euro in meno rispetto alle proposte presenti oggi sul Portale. Questo perché le società fornitrici stanno gradualmente rivedendo al rialzo le tariffe proposte al pubblico, applicando condizioni economiche meno vantaggiose».

Per le imprese in totale, la spesa complessiva dovrebbe toccare gli 85,2 miliardi: di questi, 65,3 sarebbero per l’energia elettrica e 19,9 per il gas. A pagare il conto più salato dovrebbero essere le aziende del Nord. Per quanto riguarda i consumi, la Cgia fa riferimento ai dati del 2023 e ipotizza che rimangano costanti anche nei successivi due anni. Il Nord ‘ospita’ buona parte dello stock delle imprese presenti nel nostro Paese e, conseguentemente, dovrà farsi carico della quota parte di aumento più consistente; praticamente quasi quasi due terzi dell’aggravio complessivo. Analizzando il costo aggiuntivo stimato di 13,7 miliardi di euro per quest’anno, la Cgia nota che quasi 9,8 miliardi (+17,6 per cento rispetto al 2024) riguarderebbero l’energia elettrica e 3,9 miliardi (+24,7 per cento) il gas.

In un anno e mezzo l’Italia – prosegua la Cgia – ha speso 92,7 miliardi di soldi pubblici per mitigare i rincari. Anche se quest’anno ci si aspetta un aumento importante dei costi energetici, questo sarà comunque molto inferiore a quanto vissuto durante il periodo più critico della recente crisi energetica che ha colpito tutta Europa tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2023.

«È importante ricordare che oggi non abbiamo più quelle misure pubbliche adottate all’epoca – prosegue la Cgia – che hanno aiutato a contenere gli aumenti delle bollette sia per le famiglie che per le imprese: stiamo parlando di un totale di ben 92,7 miliardi di euro. Solo la Germania ha stanziato una cifra maggiore pari a 157,7 miliardi; va detto, però, che i tedeschi hanno il comparto manifatturiero più importante d’Europa e affrontano inverni più lunghi e freddi rispetto ai nostri».

Ma c’è dell’altro

«Ma c’è un altro aspetto negativo da considerare. Così come accaduto negli anni passati, potremmo trovarci davanti a un’impennata dei prezzi del gas e dell’energia che rischiano di provocare una spirale inflazionistica», continua la Cgia, «ricordiamoci che nel biennio 2022-2023, la crisi energetica ha causato una significativa perdita del potere d’acquisto per lavoratori dipendenti e pensionati; senza contare l’aumento dei tassi d’interesse e quindi il costo maggiore del denaro che ha messo in difficoltà investimenti e crescita del Pil.

«Gli esperti paragonano l’inflazione a una ‘tassa ingiusta’: infatti, riduce la quantità di beni e servizi acquistabili da tutti noi ed è particolarmente dura con chi è già economicamente fragile».

«Una situazione che rischia di peggiorare nelle prossime settimane, specie in caso di abbassamento delle temperature e repentini aumenti dei prezzi sui mercati internazionali dell’energia», conclude il presidente di Assium, Federico Bevilacqua. 

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