Perderà efficacia il 15 gennaio la seconda ordinanza del sindaco di Bari, Vito Leccese, per regolare gli effetti della movida nel quartiere Umbertino. Eppure proseguono le polemiche tra residenti ed esercenti, con i primi a favore dei provvedimenti che «hanno riportato vivibilità e legalità nel quartiere» e i commercianti che chiedono non vengano rinnovati. «Il far west dell’Umbertino, dal quale purtroppo “tanti” traevano profitto, è un lontano ricordo. Non si può tornare indietro» commenta Mauro Gargano, presidente del comitato Salvaguardia zona Umbertina, all’indomani dell’incontro tra il sindaco Vito Leccese, il sindaco della notte, Lorenzo Leonetti, l’assessore Pietro Petruzzelli, i gestori dei locali, le associazioni di categoria e i residenti.
La posizione dei residenti
«Ci si sta avviando verso uno sviluppo qualitativo dell’ambito territoriale, quanto mai opportuno, in una delle zone di pregio più attrattive della nostra città che, così, verrà effettivamente valorizzata anche grazie al contributo delle attività di somministrazione di alimenti e bevande – aggiunge Gargano – Attività che vanno opportunamente regolamentate per evitare che l’esponenziale concentrazione delle stesse favorisca il sorgere di tutti quei fenomeni negativi della cosiddetta mala movida».
Per il comitato le ordinanze, oltre ad aver contrastato il fenomeno dell’inquinamento acustico nell’Umbertino, avrebbero inciso in maniera determinante anche sui problemi legati alla criminalità. «Pertanto le disposizioni contenute nell’ultima ordinanza, a nostro avviso, vanno prorogate e rese effettive, dove permangono le cattive abitudini, con maggiori controlli – concludono – Contrariamente a quanto qualcuno va mistificando, il quartiere non si sta “spegnendo” ma sta invece, dopo anni di far west, risorgendo qualitativamente».
Il confronto
Dall’incontro tra le parti tenutosi giovedì scorso, l’amministrazione ha chiarito la propria missione, ovvero raggiungere un punto d’incontro per evitare di dover nuovamente rinnovare l’ordinanza. Tra le ipotesi emerse durate il confronto anche quella di stabilire regole condivise per andare incontro alle necessità degli esercenti, che lamentano perdite degli incassi anche del 70% dopo l’entrata in vigore dei provvedimenti, dei fruitori della movida e dei residenti dell’Umbertino, che non vogliono tornare alle “vecchie” abitudini.
Ora la prossima mossa dovrebbe toccare proprio ai gestori dei locali, ai quali spetta individuare possibili soluzioni da presentare all’amministrazione. Tra le proposte già emerse c’è l’ipotesi di adottare una figura di controllo, installare telecamere collegate con le forze dell’ordine e sensori che rilevino la soglia dei rumori. L’obiettivo sarebbe definire una sorta di codice di autoregolamentazione per gli esercenti così da non dover ricorrere a ulteriori regole.