Due giovani, una pakistana cresciuta e residente a Bologna e un’algerina cresciuta e residente a Spoleto, sarebbero state alla guida del gruppo “Da’wa Italia”, associazione terroristica di ispirazione salafita-jihadista declinata in chiave takfirista sgominata dai carabinieri del Ros. I militari hanno eseguito un’ordinanza cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Bologna nell’ambito di indagini coordinate dal Dipartimento Antiterrorismo della Procura, nei confronti di cinque giovani di origine straniera, residenti nelle province di Bologna, Milano, Perugia e Udine.
Quattro indagati sono accusati di avere costituito l’associazione terroristica con l’obiettivo di promuovere, consolidare e rafforzare le formazioni terroristiche Al Qaeda e Stato Islamico. In particolare, attraverso la propaganda di contenuti jihadisti e al reclutamento di nuovi adepti alla causa, gli indagati si sarebbero dimostrati pronti a raggiungere i territori controllati dalle milizie jihadiste in Africa e Siria, circostanza che si sarebbe già concretizzata per uno dei sodali che avrebbe abbandonato l’Italia per recarsi nel Corno d’Africa prima dell’emissione del provvedimento cautelare eseguito oggi.
Per quanto riguarda il quinto giovane, fratello della principale indagata del gruppo, si ipotizza nei suoi confronti l’avvio di un processo di radicalizzazione proprio sotto l’egida della sorella, e a suo carico l’autorità giudiziaria contesta l’ipotesi dell’addestramento finalizzato a un possibile arruolamento nell’ambito di organizzazioni terroristiche jihadiste. Tutti i soggetti avrebbero operato sul territorio nazionale, attraverso la rete internet.