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Meloni show al Senato, tra bagarre e applausi: «Musk? Non prendo ordini da nessuno»

Giorgia Meloni all’inizio in Senato ieri mattina, prende posto accanto al vicepremier Matteo Salvini e vicino al ministro Adolfo Urso per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo che si apre oggi a Bruxelles. Dopo pochi minuti, però, Salvini se ne va e Urso scala di un posto. Anche lui poi esce. Così alla fine…

Giorgia Meloni all’inizio in Senato ieri mattina, prende posto accanto al vicepremier Matteo Salvini e vicino al ministro Adolfo Urso per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo che si apre oggi a Bruxelles. Dopo pochi minuti, però, Salvini se ne va e Urso scala di un posto. Anche lui poi esce. Così alla fine la presidente del Consiglio si ritrova tra i ministri Orazio Schillaci e Tommaso Foti: quest’ultimo, alla sua prima prova da esponente del governo dopo aver preso il posto del dimissionario Raffaele Fitto, eletto commissario europeo.

Meloni prima ascolta i vari interventi, scrivendo su piccoli fogli che sistema accanto all’astuccio arancione con la scritta “A beautiful day”, poi quando prendono la parola i senatori del Movimento 5Stelle, sgrana gli occhi, scuote la testa, si mette le mani nei capelli, ride e ribatte.

Lo show

La premier dopo la discussione dà vita ad un “vero show”, come lo definisce il capogruppo di Italia viva al Senato, Enrico Borghi, incrociando i guantoni anche con lo stesso Matteo Renzi con cui apre un siparietto su chi più imita i leader internazionali di riferimento: «Lei, senatore Renzi – afferma Meloni – si metteva il cappotto come Obama, io non mi faccio crescere le basette come Milei».

Tuttavia la bagarre si raggiunge quando ribatte alla senatrice pentastellata Dolores Bevilacqua che l’aveva accusata di «girare intorno ai tavoli europei come un maggiordomo», con i senatori di centrodestra che alzano grida di scherno contro i 5Stelle, alcuni dei quali, decidono di uscire per protesta. Il presidente del Senato Ignazio la Russa alza la voce anche lui tentando di riportare la calma e minaccia di prendere misure. Altro momento di scontro e di ilarità si crea quando Meloni, parlando di migranti e rivendicando successi che il suo esecutivo avrebbe avuto nella lotta alla mafia, rifà il verso a chi dai banchi del Pd aveva commentato con scherno.

Lo scontro con Monti

La premier polemizza anche con il suo predecessore Mario Monti che l’accusa di essere troppo accondiscendente con Elon Musk a cui replica affermando che «non prendo ordini da nessuno». In ultimo un passaggio sulla legge di bilancio e sul voto di fiducia: «Abbiamo cercato di presentarla nei tempi per dare spazio al Parlamento, so che la fiducia alla Camera è stata posta in accordo con le opposizioni per rispettare i tempi.

Se ci fosse intesa senza la fiducia sarei più che disponibile». L’intervento, alla fine, dopo che si è creato un «clima un po’ acceso» come riconosciuto dalla stessa Meloni, si chiude con gli auguri di «Buon Natale a tutti» rivolti dalla presidente ai senatori.

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