Natale amaro, senza tredicesime, per i lavoratori di molte imprese dell’indotto ex Ilva. L’allarme arriva dalla Uilm e sarebbe causato dal ritardo dei pagamenti da parte di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. delle fatture delle imprese. «L’allarme che avevamo lanciato nelle scorse settimane si sta rivelando, purtroppo, realtà – denuncia il sindacato metalmeccanico – addirittura alcune aziende sono in difficoltà con gli stipendi di novembre. Da tempo denunciamo la gravità della situazione.
Le comunicazioni stanno arrivando in queste ore – riferisce il sindacato – e coinvolgono decine e decine di lavoratori e le loro famiglie». Il sindacato chiede un nuovo confronto a Palazzo Chigi per capire qual è il piano per garantire la vera ripartenza della fabbrica senza che a farne le spese siano indotto e appalto «dopo 12 anni di vergognosa vertenza».
Per Uilm «serve serenità a un sistema ridotto sul lastrico, ai lavoratori e le loro famiglie». Secondo quanto riferisce l’associazione Confapi, prima di Natale dovrebbero essere sbloccati altri pagamenti verso le aziende dell’indotto, che sono in crisi di liquidità. C’è poi, per Confapi, anche un problema di discontinuità dei servizi. «Le aziende hanno mezzi e dipendenti in numero di gran lunga superiore rispetto agli attuali ritmi di lavoro e si perdono così centinaia di migliaia di euro». Confapi ha chiesto di conoscere la programmazione per il 2025 per capire la reale portata delle commesse previste.
Il nodo dell’autotrasporto
Ieri intanto si è riunito il tavolo tecnico fra dirigenti di Acciaierie d’italia in As e aziende di autotrasporto locale. Secondo gli autotrasportatori la proposta sulle tariffe avanzata dall’azienda è insostenibile. Gli imprenditori del settore, che fino a pochi giorni fa tenevano bloccati i cancelli impedendo l’uscita delle merci protestando contro i nuovi parametri decisi dall’azienda per il pagamento dei trasporti su gomma, chiedono ora un nuovo incontro per valutare insieme con i commissari una controproposta già presentata.
I ristori al quartiere Tamburi
E sempre sul fronte del siderurgico, il Parlamento ha portato a 4,7 milioni di euro per il 2025 il fondo destinato al riconoscimento degli indennizzi per i danni causati dall’Ilva alle case degli abitanti del quartiere Tamburi.