Erano parenti il 55enne Nicola Manzi, ucciso a colpi di pistola a Corato lunedì pomeriggio, e le tre persone fermate per il suo omicidio: il 52enne Nicola Pilato e i suoi figli, Gabriele e Savino di 18 e 22 anni.
I tre, cognato e nipoti della vittima (figli della sorella), rispondono a vario titolo di omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e tentato omicidio per il ferimento di Michele Manzi, fratello della vittima, che versa in gravi condizioni in ospedale a Bari, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
Proseguono, intanto, le indagini per ricostruire la dinamica dell’omicidio. L’incarico per eseguire l’autopsia sul corpo di Nicola Manzi sarà conferito venerdì prossimo al professor Antonio De Donno dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari. L’esame dovrebbe poi essere svolto entro sabato mattina.
La vittima è stata freddata con colpi di arma da fuoco durante quella che appare agli investigatori come una spedizione punitiva in famiglia.
Nell’ambito della stessa inchiesta è stata fermata anche la moglie della vittima, Marianna Balducci, che durante l’assalto avrebbe riposto al fuoco usando la pistola del marito e inseguendo i tre in fuga. È accusata di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. Secondo quanto ricostruito finora dai carabinieri, i tre presunti omicidi avrebbero raggiunto la vittima a bordo di un’utilitaria. Il primo a scendere e a sparare sarebbe stato il 52enne che però avrebbe mancato il cognato e suo fratello. A quel punto, dall’auto, sarebbe sceso anche il figlio 18enne che avrebbe imbracciato un fucile sparando e uccidendo uno zio e ferendo l’altro. I tre sono poi scappati inseguiti dalla moglie della vittima. Le armi non sono state recuperate.