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Le opportunità per le imprese che vogliono crescere ancora

Viviamo in un periodo in cui è divenuto complesso analizzare i dati sull’occupazione o più in generale sull’andamento del mercato del lavoro. Se da una parte, infatti, abbiamo le aziende che lamentano la costante mancanza di personale, dall’altra abbiamo un vero e proprio esercito di gente che lamenta la costante mancanza di posti di lavoro. Si sa che il momento dell’assunzione di nuovo personale è sempre un passo importante per la crescita di un’impresa e spesso questo comporta investimenti significativi in termini di costi interni e di capitale umano.

Le ragioni di questo cortocircuito tutto nostrano, che si accentua sensibilmente nelle basse latitudini del Paese, sono certamente molteplici e in alcuni casi anche profondamente culturali, ma di base la fa da padrona una scarsa conoscenza collettiva delle misure che vengono adottate dai governi o dalle regioni per venire incontro al mismatch tra domanda e offerta di lavoro, oltre ad una dilagante sfiducia e senso di rassegnazione generale. Sfatare questi miti è quindi compito arduo e delicato, a cui solo una costante e puntuale informazione può far fronte.

Abbiamo già parlato del Fondo Nuovo Competenze 2024 che, oltre alla formazione del personale interno, introduce incentivi fino a mille euro per le aziende che decidono di assumere disoccupati al termine del periodo formativo, ma sono stati messe in campo dal governo centrale anche una serie di sgravi contributivi, sotto forma di riduzioni o esenzioni sui contributi previdenziali, a carico dei datori di lavoro proprio per incentivare le aziende a investire in occupazione.

Tali incentivi sono rivolti principalmente a determinate categorie di lavoratori quali: giovani con meno di 36 anni d’età, con un esonero contributivo in favore dei datori di lavoro privati del 50% per massimo 36 mesi, che abbiano effettuato assunzioni/trasformazioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato a partire dal primo gennaio 2018, l’esonero può arrivare al 100% sempre per un periodo massimo di 36 mesi (48 mesi per quanto riguarda le regioni del Mezzogiorno) per assunzioni/trasformazioni di giovani con contratto di lavoro a tempo indeterminato nel periodo dal primo gennaio 2024 al 31 dicembre 2025; donne e over 50, con agevolazione dal 50 al 100% della contribuzione dovuta dai datori di lavoro che assumono a tempo determinato, indeterminato o con trasformazione, lavoratori over 50 disoccupati da oltre 12 mesi e donne di qualsiasi età prive di impiego da almeno 24 mesi o prive di impiego da almeno sei mesi ma appartenenti ad aree svantaggiate; apprendisti, con una riduzione dell’aliquota contributiva superiore al 10% per i datori di lavoro che decidono di utilizzare per le assunzioni la formula dell’apprendistato, tipologia rivolta ai giovani tra i 15 e i 29 anni, con possibilità di abbattere il limite di età se i soggetti sono beneficiari di mobilità o di trattamenti di disoccupazione.

Agli incentivi previsto dal Governo centrale vanno sommate le misure specifiche destinate alle regioni del Meridione come la Decontribuzione Sud, l’agevolazione contributiva in favore di datori di lavoro privati del 30% dal primo gennaio 2021 al 31 dicembre 2025, del 20% dal primo gennaio 2026 al 31 dicembre 2027 e del 10% dal primo gennaio 2028 al 31 dicembre 2029, per rapporti di lavoro dipendente già instaurati o in predicato di essere instaurati, la cui sede di lavoro è collocata in una delle regioni del Mezzogiorno, oltre a quelle specifiche delle singole regioni, per la Puglia ad esempio sono molte le misure a sostegno della nascita di nuove imprese con i contributi a fondo perduto o per l’autoimprenditorialità.

Per quanto complesso e articolato, dunque, il mondo degli sgravi e degli incentivi per le nuove assunzioni rappresenta comunque un’opportunità importante per le aziende che desiderano crescere e rafforzare il proprio organico. Formarsi e informarsi sulle misure in vigore anche attraverso il confronto e le consulenze con gli esperti del settore, i professionisti, le agenzie, gli enti o le maggiori associazioni di rappresentanza delle aziende, risulta quanto mai fondamentale in un mercato del lavoro che sempre più spesso non riesce a stare al passo dei cambiamenti della società; saper cosa fare e come può quindi fare la differenza per il successo (o, in alternativa, l’insuccesso) di un’impresa.

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