Dopo una lunga seduta, interrotta nella notte, è ripresa alle 12 di questa mattina l’esame della Manovra in commissione Bilancio alla Camera. La seduta è terminata nel primo pomeriggio con la comunicazione del presidente Giuseppe Mangialavori, le votazioni riprenderanno lunedì.
La seduta verrà riaperta oggi solo per consentire il deposito degli emendamenti del governo. Mangialavori ha fatto sapere che avrebbe comunicato alla presidenza della Camera il protrarsi dei lavori. Destinato a slittare l’approdo in Aula del testo, previsto lunedì 16 dicembre.
Intanto nella bozza del testo in circolazione tra le modifiche del governo è già noto l’emendamento sull’Ires con lo sconto di 4 punti percentuali dell’imposta sulle società, la web tax ai giganti del web e la cripto tax che resterà ferma al 26% nel 2025.
Ires, sconto di 4 punti percentuali dell’imposta sulle società
Arriva l’atteso emendamento del governo sull’Ires, con lo sconto di 4 punti percentuali dell’imposta sulle società. Lo prevede la bozza in circolazione dell’emendamento del governo alla manovra. Lo sconto si applica al ricorrere di due condizioni: una quota non inferiore all’80% degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 sia accantonato in una apposita riserva e un ammontare non inferiore al 30% degli utili accantonati sia destinata a investimenti relativi all’acquisto di beni strumentali in stabilimenti avente sede in Italia.
Gli investimenti non devono, in ogni caso, essere inferiori a euro 20.000. Lo sconto andrà a condizione le aziende aumentino gli occupati a tempo indeterminato di almeno l’1% e non abbia fatto ricorso alla cassa integrazione nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 o in quello successivo.
Web tax solo per i giganti della rete con ricavi oltre 750 milioni
La web tax al 3% si applica solo ai giganti del web: lo prevede la bozza dell’emendamento del governo, che rivede quanto previsto nella legge di bilancio, che invece estendeva la tassa a tutte le imprese fornitrici di servizi digitali, grandi o piccole. In particolare, si legge, l’imposta si applica a soggetti esercenti attività d’impresa che realizzano ricavi derivanti da servizi digitali e che, singolarmente o a livello di gruppo realizzano un ammontare complessivo di ricavi ovunque realizzati non inferiore a euro 750.000.000.
Cripto tax torna al 26%, poi al 33% dal 2026
L’aliquota sarà del 33% (e non del 42%) e verrà applicata dal 2026, e non dall’entrata in vigore della Manovra. Il governo fa un passo indietro sulla tassa sulle plusvalenze delle criptovalute, come si legge nella bozza di emendamento alla legge di bilancio. Di fatto la cripto tax, in questo modo, resterà ferma al 26% nel 2025. Per poi salire al 33% sulle plusvalenze realizzate a partire dal primo gennaio 2026. Salta la no tax area di 2mila euro.
Ieri il primo pacchetto di emendamenti
Ieri è stato presentato dal governo primo pacchetto di 5 emendamenti, con la limitazione del fondo di garanzia per i mutui prima casa e procedure semplificate per il piano di incentivi alla imprese Transizione 5.0. In serata i relatori hanno depositato 18 emendamenti, tra cui l’aumento per l’adeguamento all’inflazione delle tariffe autostradali dell’1,8% e l’equiparazione dei compensi dei ministri non eletti a quello dei colleghi parlamentari.