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Caffo condannato a 4 anni per maltrattamenti sulla ex: venne invitato a “Più libri più liberi”

Il Tribunale di Milano ha condannato a 4 anni il filosofo Leonardo Caffo per maltrattamenti e lesioni gravi sulla ex compagna. È la sentenza che ha condannato l'intellettuale 36enne per le «inaudite violenze» nei confronti della palermitana, oggi 31enne, e le «offese raccapriccianti e umilianti» rivolte alla donna fino a «far perdere alla vittima la propria dignità»,…
foto di Stefano Porta/LaPresse

Il Tribunale di Milano ha condannato a 4 anni il filosofo Leonardo Caffo per maltrattamenti e lesioni gravi sulla ex compagna. È la sentenza che ha condannato l’intellettuale 36enne per le «inaudite violenze» nei confronti della palermitana, oggi 31enne, e le «offese raccapriccianti e umilianti» rivolte alla donna fino a «far perdere alla vittima la propria dignità», invitandola in più occasioni a uccidersi per non essere riuscita «a fare nulla nella vita». Caffo era stato invitato di recente a “Più libri più liberi”, scatenando polemiche su una sua ipotetica presenza.

In particolare Caffo è stato accusato per la «sistematica e continuativa attività di prevaricazione» nella coppia, dove sarebbero volati pesanti insulti, percosse e violenze fisiche tali da allarmare i vicini di casa, comportamenti di «controllo ossessivo e maniacale», minacce «con frequenza settimanale», lanci di oggetti. Episodi che secondo l’accusa sarebbero sfociati nelle lesioni dell’estate 2020 quando Caffo avrebbe afferrato «violentemente la mano destra» della compagna e «contorcendogliela».

Il 36enne, presente in aula alla lettura del dispositivo con i suoi avvocati Filippo Corbetta e Romana Perin, ha sempre riconosciuto il rapporto di coppia complicato con la convivente ma a processo ha negato ogni accusa. «Spero ancora che non ci sia violenza nei confronti delle donne e non vedo nessuna ragione per contestare una battaglia così sacrosanta. Va bene colpirne uno per educarne mille: io sono stato colpito, speriamo che adesso educhino anche gli altri mille», ha affermato Caffo al termine della sentenza.

«Questa sentenza conferma una verità che per quasi due anni ho cercato di far emergere, affrontando innumerevoli difficoltà, sia sul piano personale e legale che mediatico. Queste difficoltà non sono un caso isolato, chiunque denuncia una situazione simile si scontra con un sistema che troppo spesso manca di strumenti adeguati per supportare le vittime. Le vittime di violenza continuano a pagare il prezzo di una profonda carenza nell’educazione sentimentale e di una cultura ancora permeata di pregiudizi. È fondamentale che questa vicenda serva da spunto per riflettere su quanto ci sia ancora da fare per prevenire e contrastare realmente le violenze», ha detto l’ex compagna del filosofo.

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